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I terremotati rifiutano le nuove case di Amatrice: meglio i prefabbricati dove non si pagano bollette e mutui

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I terremotati di Amatrice preferiscono i prefabbricati alle nuove case. Basta guardare i balconi della palazzina nuova zecca di piazza Augusto Sagnotti per capire che solo tre dei 25 appartamenti consegnati dal Comune ormai da più di due mesi sono abitati, gli altri sono tutti vuoti. E, come gli altri 57 pronti, rischiano di rimanerlo ancora a lungo perché ad Amatrice, a quasi sei anni dal terremoto che ha distrutto il paese, la maggior parte delle persone non ha nessuna premura di abbandonare le "casette", i piccoli compound di moduli abitativi in legno che gli abitanti hanno trasformato in vere e proprie abitazioni confortevoli.

 

Come racconta La Repubblica, a fronte di 82 case riconsegnate solo 7 famiglie hanno lasciato i prefabbricati di legno. E da qui adesso non se ne vuole andare: per il trauma psicologico mai superato che genera la paura di tornare a vivere in una casa di cemento, per il timore di ritrovarsi da soli in una zona poco abitata con vista sulle macerie, ma anche per poter continuare a usufruire degli aiuti di Stato, senza pagare bollette, tasse, mutui.

Dopo il Belice e L'Aquila i primi furbetti del terremoto si affacciano anche ad Amatrice. Il sindaco Giorgio Cortellesi li avvisa: «Adesso che finalmente siamo riusciti a far partire i cantieri (357 quelli aperti), rischiamo di costruire case che non abbiamo a chi dare. Quelle stesse persone che si sono lamentate della ricostruzione ferma per 5 anni adesso nicchiano. Ho vissuto anche io quella notte, comprendo bene che non c'è psicologo che possa spazzar via il trauma di chi è rimasto intrappolato sotto le macerie e ha visto morire familiari e amici. Ma la condizione di terremotato permanente, l'assistenzialismo non ci aiutano. Chi può rientrare nella propria casa ricostruita con tutti i più moderni criteri antisismici deve farlo. Verrò incontro a chi mi dimostrerà che sta arredando la casa o che ha seri impedimenti per non trasferirsi, ma renderò la vita difficile a chi proverà a fare il furbo. È l'ultima cosa che vorrei fare ma se sarò costretto firmerò gli sfratti».

 

Ad Amatrice dei 2.700 abitanti di prima del terremoto ne sono rimasti meno di un migliaio. Chi ha preso possesso dei nuovi appartamenti condivide l'ultimatum del sindaco, chi "resiste" nelle casette accusa Cortellesi di non fare gli interessi della comunità. 

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