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Il caso delle infermiere spiate ad Empoli: ora il rischio è la divulgazione sui siti hard

Christian Campigli
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Non fosse drammatico, sarebbe grottesco. Persino ridicolo. Perché la storia delle infermiere di Empoli, spiate mentre si fan la doccia al termine di una dura giornata di lavoro da una microtelecamera nascosta nel muro, sembra essere la trama di uno dei tanti modesti b movie anni Settanta. Purtroppo, in questo caso, non c'è nulla da ridere. Perché spiare delle madri, delle figlie, delle mogli mentre si lavavano non ha nulla di goliardico o divertente. È, semplicemente, un atto di pura e semplice violenza. La dimostrazione tangibile di come rispetto e parità di genere siano parole prive di significato. Almeno in Italia. Ma al peggio, come si suol dire, non vi è davvero mai fine.

 

 

Perché, al momento, non è ancora stato chiarito un dettaglio. Che potrebbe fare tutta la differenza del mondo. I tecnici informatici dei carabinieri non hanno la certezza che quelle riproduzioni video siano state solo (si fa per dire) visionate in diretta. Esiste una possibilità, tutt'altro che remota, che quelle immagini siano state anche registrate. In questo secondo caso non si può escludere il rischio che, quei file, possano fare il giro del mondo, dopo essere stati caricati su uno dei mille siti pornografici presenti in rete. Portali che hanno spesso server e sedi legali situati in paesi extraeuropei, Thailandia in primis.

 

 

Il caso di Tiziana Cantone, la giovane campana che nel 2016 si tolse la vita dopo la diffusione su Internet di alcuni suoi video pornografici amatoriali, dimostra la grande difficoltà nel fare rimuovere certe immagini. Nonostante il clamore di quella notizia e l'intervento della magistratura italiana, sono ancora tanti, troppi i siti vietati ai minori dove è facile e gratuito trovare le riprese della nativa di Castelnuovo di Napoli. Un'ipotesi, quella di finire sui siti a luci rosse, che sta facendo vivere ore terribili alle operatrici sanitarie del San Giuseppe di Empoli. Una vicenda sulla quale la politica, dal governatore della Toscana Eugenio Giani al sindaco Brenda Barnini, fino al capogruppo di Fratelli d'Italia Francesco Torselli, si è dimostrata compatta nel chiedere massima attenzione alle forze dell'ordine e alla magistratura. Per assicurare alla giustizia i malviventi e restituire un po' di serenità alle infermiere.

 

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