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Tagadà, Paolo Mieli sferza "l'Europa mollacciona": ha mollato Zelensky ed è pronta a trattare Putin come Gandhi

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L'Europa ha già mollato l'Ucraina e tutto ora gioca a favore di Vladimir Putin, che ha ancora spazio per riequilibrare la sua immagine agli occhi del mondo ma, come avvenuto in passato, davanti alle mollezze del Vecchio Continente rischia di ingolosirsi ancora di più. Paolo Mieli tra cronaca e ricorsi storici commenta l'andamento della guerra in Ucraina nel corso di Tagadà, il programma di La7. Ospite di Tiziana Panella nella puntata di mercoledì 25 maggio, il giornalista e storico annota che la vera novità di questo conflitto rispetto agli altri è che ne abbiamo una "rappresentazione immediata" con immagini e corrispondenze che arrivano in tempo reale. 

 

Quello che arriva all'opinione pubblica è che "questa fase della guerra è quasi peggiore della precedente, nel senso che può durare all'infinito", spiega Mieli. In questo contesto "la cosa che fa più sensazione è che l'Europa  sta mollando gli ucraini", afferma l'ex direttore del Corriere della Sera, "Francia, Germania, Spagna e anche l'Italia", non nel governo ma nell'opinione pubblica, si sono stufate. "E ora il tempo gioca a vantaggio di Putin complice il comportamento dell'Europa: tante chiacchiere e pochi fatti", sintetizza Mieli, "se fossi Volodymyr Zelensky su Francia, Italia e Germania non conterei assolutamente". 

 

Il giornalista poi fa un'affermazione audace: "Sembrerà incredibile ma Putin è ancora in tempo per riequilibrare la sua immagine", magari restituendo i prigionieri dell'Azovstal o facendo dichiarazioni di pace. Se avvenisse, l'Europa lo tratterebbe "come Gandhi o Mandela talmente è desiderosa" di raggiungere la fine dei combattimenti.  Il problema è che nel passato chi si è trovato nelle condizioni di Putin, ossia ha avuto di fronte "un'Europa così mollacciona, si è ingolosito" come Adolf Hitler trattato come un uomo di pace fino al '39, quando "aveva già invaso l'Austria e i Sudeti", argomenta lo storico. 

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