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Vaiolo delle scimmie, l'Agenzia europea per le malattie infettive in allerta: “Preparate le dosi di vaccino”

Angela Bruni
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Quarto caso accertato in Italia e attenzione molto alta sul vaiolo delle scimmie. Tanto che l'Agenzia europea per le malattie infettive raccomanderà agli Stati membri di preparare una strategia di vaccinazioni per contrastare i casi. È un allarme rosso, dunque, quello lanciato dall'Agenzia, che mette in allerta i Paesi in vista di una possibile diffusione del vaiolo. Al momento in Italia i pazienti sono quattro, tre di Roma e uno di Arezzo, mentre solo nel Lazio, 15 persone sono in isolamento. «I casi diagnosticati- fa sapere il Centroeuropeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) - sono principalmente tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, il che suggerisce che la trasmissione potrebbe aver luogo durante le relazioni intime». Dal canto suo, l'Oms mette in guardia contro la stigmatizzazione dei gruppi colpiti, sottolineando che la malattia può infettare chiunque, anche se secondo David Heymann, consulente dell'organizzazione, almeno una parte dei casi recenti potrebbe essere spiegata dal comportamento sessuale tenuto in due recenti rave party in Europa.

 

 

Tra il 15 e il 23 maggio sono state segnalate 67 infezioni in nove Stati membri dell'Ue (Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia, Austria)e il fatto che i casi siano stati osservati in tanti Paesi diversi suggerisce che il virus potrebbe essersi diffuso sotto traccia, con asintomatici. In Gran Bretagna sarebbe stato dato il via libera a vaccinare i contatti stretti con i contagiati. L'invito dell'Ecdc ai Paesi europei è dunque quella di «concentrarsi sulla tempestiva identificazione, gestione, tracciamento dei contatti» e «rivedere la disponibilità di vaccini contro il vaiolo, antivirali e dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari». La malattia per ora ha un «basso rischio di diffusione», evidenzia il Centro, anche se «può essere grave in alcuni gruppi di popolazione» come bambini piccoli, donne in gravidanza e persone immunodepresse.

 

 

Dal Portogallo arriva la notizia che un team di studiosi ha sequenziato e reso pubblica la prima serie del genoma su un campione prelevato da un paziente lo scorso 4 maggio. Il dna scoperto in Portogallo mostra una stretta correlazione del virus con quello registrato a Singapore e in Israele nel 2018 e nel 2019. È un virus che cambia poco, è meno trasmissibile di quelli influenzali e questo ne potrebbe rendere meno complessa la gestione. Ma per saperne di più bisognerà attende i tempi della ricerca: lo Spallanzani di Roma fa sapere che in settimana verrà isolato il virus in laboratorio, passaggio fondamentale per sviluppare successivi esperimenti e cure.

 

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