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Vaiolo delle scimmie, Matteo Bassetti spaventa tutti: “Migliaia di casi nei prossimi giorni, rischio epidemico”

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Il vaiolo delle scimmie inizia a spaventare tutti. All’Ospedale Spallanzani di Roma sono già stati isolati tre contagiati dal virus e a parlare del nuovo allarme per la sanità pubblica è Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, intervistato da Un giorno da pecora su Radio1: “Più che il Covid, oggi dobbiamo cercare di metterci in sicurezza dal vaiolo delle scimmie. È molto più leggero di quello degli uomini per quanto riguarda i sintomi, si trasmette anche attraverso respiro, ma solo se si sta molto vicini. Non vanno commessi gli errori del passato. Dobbiamo esser tutti uniti tra Paesi europei, scambiandoci informazioni e monitorando eventuali focolai. Nei prossimi giorni arriveremo a qualche migliaio di caso. Chi non ha fatto la vaccinazione contro il vaiolo non è coperto”. 

 

 

Il monkey pox colpisce anche altri animali, come roditori, topi, scoiattoli e conigli. Il contagio dall’animale all’uomo è piuttosto raro, causato principalmente da contatto con fluidi corporei o croste di esemplari infetti. La trasmissione della malattia negli uomini, anch’essa piuttosto rara ma non impossibile, è invece causata non solo dal contatto con fluidi corporei del soggetto malato, ma anche dalla condivisione di biancheria e contatto ‘faccia a faccia’ prolungato. Bassetti alla Dire spiega ancora: “Sembra che i problemi infettivi stiano venendo fuori solo adesso, mentre sono sempre esistiti. Oggi è solo diversa l’attenzione mediatica, rispetto a quello che avveniva nell’epoca pre-Covid, e qualunque problema, anche piccolo, viene ingigantito dai media. È come se di colpo si fosse scoperto che ci sono i tumori o le malattie cardiovascolari. Fino a due anni fa il mondo pensava che il libro delle malattie infettive fosse chiuso e questo è stato un grave errore. Si tratta di un virus piuttosto aggressivo e difficile da gestire nelle scimmie, che porta in molti casi alla morte degli animali, così come accade nel vaiolo dell’uomo, cioè fino a un terzo o addirittura la metà dei casi muoiono”.

 

 

Ma come si trasmette? “In Africa - risponde l’infettivologo - ci sono stati casi di trasmissione da scimmia all’uomo, laddove c’è stato un contatto ravvicinato, soprattutto tra chi vive nelle tribù. Il problema è che questo virus, tipicamente trasmesso dalla scimmia all’uomo o tra scimmia e scimmia, pare essere adesso trasmesso dall’uomo all’uomo per contatto diretto delle lesioni oppure attraverso le goccioline del respiro che noi eliminiamo. Attraverso un contatto molto ravvicinato, insomma, può esserci un contagio interumano. È importante sottolineare che la maggioranza dei casi ad oggi riportati sono avvenuti all’interno di comunità chiuse, di cluster, fatte soprattutto da omosessuali che hanno avuto rapporti con altri uomini. È allora probabile che il contagio sia avvenuto durante o in prossimità di rapporti intimi sessuali. Siamo allora di fronte a un virus che adesso ha una trasmissione interumana in Europa, quindi non è più un problema del continente africano, che certamente ci deve interessare, ma è un problema a noi molto vicino. Quando un nuovo virus proveniente dal regno animale arriva negli uomini bisogna evitare che si verifichino molti casi, perché questo potrebbe voler dire, ovviamente, che esiste - conclude Bassetti ammonendo tutti - un rischio epidemico”.

 

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