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Autostrada gratis per i pendolari. L'ipotesi per la Roma-L'Aquila: niente pedaggio ai residenti

Antonio Sbraga
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È la sesta autostrada più cara d’Italia (il pedaggio costa in media oltre 10 centesimi al chilometro), ma è anche l’unica vera via che collega le aree interne a rischio spopolamento di Lazio e Abruzzo con Roma. Ora la Camera dei deputati ha approvato all’unanimità un ordine del giorno proposto dal capogruppo di FdI, Francesco Lollobrigida, che chiede al governo «di esentare dal pagamento del pedaggio i residenti pendolari dei 113 Comuni di Lazio e Abruzzo che percorrono regolarmente l’A24 Roma-L’Aquila-Teramo e A25 Torano-Pescara per motivi di studio, lavoro e salute. Anche perché queste due arterie autostradali sono, di fatto, il principale, se non l’unico, collegamento con la capitale. Per la cui percorrenza, però, i cittadini dell’Abruzzo e del Lazio hanno subito rincari inaccettabili: i pedaggi, negli ultimi 14 anni, sono infatti aumentati del 187 per cento». E dal primo luglio erano previsti pure ulteriori rincari del +34,75% che, solo dopo la protesta dei 113 sindaci, il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, il 4 maggio scorso ha annunciato di voler rinviare al prossimo anno.

 

 

Ora questo ordine del giorno approvato a Montecitorio ha registrato in aula anche il sostegno della rappresentante del Governo, la sottosegretaria per l'Economia e le Finanze, Maria Cecilia Guerra: «Il parere è favorevole, a condizione che siano inserite, all’inizio dell’impegno, le parole: a valutare l’opportunità». Ora, però, si deve trovare un’adeguata copertura finanziaria: «Ma è assolutamente fattibile, perché parliamo di una quarantina di milioni di euro l’anno, considerato che i concessionari incassano 180 milioni di euro dai pedaggi - quantifica Lollobrigida - Noi presenteremo anche un emendamento al bilancio, cercando un impegno comune con tutte le forze politiche che ora hanno votato all’unanimità la nostra proposta dell’ordine del giorno di indirizzo». Anche perché la «prospettiva, nei prossimi anni, è di un aumento quasi fino al 400 per cento - avverte il capogruppo FdI - un aumento inaccettabile e insostenibile per queste popolazioni, che usano questa via di comunicazione per un pendolarismo autostradale che non ha alternative». Per questi motivi, aggiunge Lollobrigida, «non sono sufficienti azioni tampone, ma servono misure strutturali, applicando anche nel Centro Italia misure che sono state già adottate sia al sud che al nord. Dove, in altrettante aree con poche infrastrutture o disagio logistico, i residenti non pagano il pedaggio, come sulla A22 Bolzano. Ma anche i residenti di questi 113 Comuni vivono, per la maggior parte, in piccoli centri delle aree interne, che però rivestono grande importanza per il mantenimento dell’identità culturale e della tenuta economica e sociale di questi territori».

 

 

Però la concessione in vigore applica la «tariffa di montagna» sull’intero tratto autostradale: per l’A24 indica «Pianura km 0 - Montagna km. 159,3», compresi gli 11 del pianeggiante tratto urbano capitolino, dalla barriera di Roma Est al Verano (inclusi gli svincoli di Ponte di Nona, Tor Cervara, Togliatti, Fiorentini e Portonaccio). Così come sull’A25 Torano-Pescara, dove l’attuale concessione indica pedaggi per «Pianura km 0 - Montagna km 114,9». Ma, con questa applicazione integrale della «tariffa di montagna», l’automobilista di certo non ci guadagna: paga il 43,3% in più di pedaggio rispetto a chi transita sull’A1. Per lo stesso tragitto di 41 chilometri, infatti, chi parte dal casello di Guidonia Montecelio (105 metri sul livello del mare) e raggiunge lo svincolo di Ponzano Romano-Monte Soratte (205 metri) sull’A1 paga 3 euro. Mentre chi imbocca l’ultimo casello laziale di Vicovaro-Mandela (300 metri) sull’A24 e raggiunge, dopo gli stessi 41 chilometri, la barriera di Roma Est (20 metri sul livello del mare), paga ben 4 euro e 30 centesimi.

 

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