Dimartedì, il sondaggio di Pagnoncelli sull'Ucraina gela il governo. Nato, armi e Stati Uniti: cosa pensano gli italiani
Gli italiani continuano a mandare messaggi alla politica e in particolare al governo di Mario Draghi sulle posizioni da tenere nella gestione della crisi ucraina, ma restano perlopiù inascoltati. Basta guardare il sondaggio presentato martedì 18 maggio da Nando Pagnoncelli nel corso di Dimartedì, il programma condotto da Giovanni Floris su La7. Uno dei quesiti riguarda l'ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato, che i due paesi che vedono concretizzarsi la minaccia bellica della Russia hanno ormai richiesto formalmente.
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Secondo il 37 per cento degli intervistati è giusto l'ingresso di Helsinki e Stoccolma nel patto perché può rappresentare un deterrente per le mire espansionistiche di Vladimir Putin, spiega il sondaggista. Ma il 36% è di parere diametralmente opposto e "ritiene che sia sbagliato farlo in questo momento perché alimenta il senso della provocazione e il rischio che si possa complicare ulteriormente la situazione". Sommando il 6 per cento che ritiene sbagliato in assoluto l'allargamento della Nato a nord, siamo alla maggioranza relativa degli intervistati.
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Sull'esito del conflitto il 20% degli intervistati pensa che vincerà l'Ucraina, il 12% ritiene la Russia mentre il 56%, la maggioranza assoluta, ritiene che non vincerà nessuno. Gli italiani sono schierati con la pace. La stragrande maggioranza apprezza Draghi quando parla di pace e non di invio di armi. Più o meno la stessa maggioranza, il 65 per cento, che ritiene che gli Stati Uniti stanno agendo per difendere il loro interesse e in questo modo stiamo rischiando di danneggiare l'Europa e l'Italia, riassume Pagnincelli. Un italiano su quattro invece pensa che gli Usa armando finanziando Kiev stanno difendendo la democrazia. Secondo il sondaggista questi dati confermano una tendenza chiara nell'opinione pubblica: l'Italia deve affrancarsi dall'America se questa continua ad alimentare il conflitto.