Csm, Matteo Renzi non si spaventa della querela di David Ermini: “Non mi impaurisce, in arrivo altre carte”
Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Amori indivisibili, indissolubili, inseparabili. Ma amici mai. Le parole del capolavoro di Antonello Venditti calzano a pennello su una vicenda che rischia di creare un solco profondissimo tra Matteo Renzi e David Ermini, considerato da sempre l'uomo forte dell'ex segretario del Partito Democratico negli ambienti togati. Un rapporto di stima mai nascosta, nato in consiglio provinciale, sciolto come neve al sole dopo la nomina dell'avvocato di Figline Valdarno a numero due del Csm. I maligni sostengono che, alla base di certe tensioni, ci sia un rapporto difficile tra lo stesso Ermini e Tiziano, il padre di Matteo. Renzi fu uno dei suoi grandi elettori, convinto che quel nome avrebbe giovato all'intero sistema. Una valutazione che poi è mutata, soprattutto dopo lo scoppio dello scandalo Palamara.
In Italia ogni settimana diventa "nera" per la giustizia
Il numero due di Palazzo dei Marescialli ha annunciato oggi di aver querelato il leader di Italia Viva, per alcuni passaggi presenti nel suo ultimo libro, che uscirà domani. L'ex sindaco di Firenze, partendo dalla sua vicenda (quella relativa all'inchiesta sulla fondazione Open) e dalle disavventure dei suoi congiunti, ha fatto barba e capelli al potere giudiziario. “Il Mostro” rischia di essere un autentico spartiacque per il nativo di Rignano. Una sorta di battaglia finale contro la magistratura. Nelle pagine del saggio edito da Piemme, Renzi non le manda certo a dire. Fa nomi, cognomi e racconta un numero piuttosto ampio di episodi, giudicati dal senatore come non appropriati. Tra questi c'è anche un chiaro riferimento a David Ermini.
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“Leggo che il vicepresidente del Csm – tuona Renzi – intende denunciarmi. Non vedo l'ora di ricevere l'atto di citazione. Egli è diventato vicepresidente del Csm grazie al metodo Palamara e io sono uno di quelli che possono testimoniarlo. Le cene romane di Ermini sono numerose e tutte verificabili e riscontrabili. La sua storia da candidato sindaco bocciato a Figline Valdarno, aspirante consigliere provinciale, poi da parlamentare e da candidato vicepresidente del Csm è ricca di aneddoti che sarà piacevole raccontare in sede civile a cominciare dai numerosi scambi di sms di questi anni. Quanto ai verbali ricevuti da Davigo, e inspiegabilmente distrutti, Ermini avrà modo di chiarire in sede giudiziaria il suo operato”.
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