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Covid, la ricetta di Francesco Vaia per l'autunno: "Il virus si batte anticipandolo"

Dario Martini
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«I dati sono in discesa costante, contrariamente a quanto dicono i catastrofisti». Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani, l'Istituto nazionale malattie infettive di Roma, invita gli italiani a stare tranquilli. Allo stesso tempo, però, mette in chiaro che la lotta al Covid non è finita. Non bisogna commettere l'errore di farci trovare impreparati in autunno. «Se vogliamo evitare una recrudescenza - spiega Vaia a Il Tempo - dobbiamo giocare d'anticipo, perché il nemico si contrasta preparandoci quando siamo in tempo. Anticipiamo le mosse».

I dati in discesa di cui parla il direttore dello Spallanzani sono chiari. I pazienti Covid ricoverati nelle terapie intensive sono 347, quelli nei reparti ordinari 7.532. I morti registrati ieri sono 62. La media giornaliera nell'ultima settimana è di 109 decessi. A testimonianza di ciò che dice Vaia c'è anche il dato delle persone attualmente positive al virus, che è tornato sotto il milione (998.118). Era da due mesi che non accadeva. Ed è ora, secondo Vaia, che dobbiamo agire: «Si investa massicciamente adesso. Facciamo come le formichine laboriose quando ne hanno tempo, per non trovarci in autunno a dirci: "L'avessimo fatto prima".

 

Il professore indica tre direttrici da seguire. La prima è quella dei «vaccini aggiornati». Le principali case farmaceutiche stanno ultimando le sperimentazioni. I risultati dovrebbero arrivare questa estate. E i nuovi sieri saranno disponibili in autunno. «E saranno efficaci contro le nuove varianti», spiega Vaia. Ma non dovremo limitarci a questo. «Bisognerà essere pronti anche con le terapie a casa in caso di malattia». L'integrazione tra medici di base e ospedali sarà fondamentale. Gli antivirali orali sono una realtà acquisita. Così come gli anticorpi monoclonali. Finora sono stati prescritti a più centomila italiani con fattori a rischio, riuscendo così a ridurre le progressioni verso le forme gravi della malattia.

 

Infine, c'è la prevenzione che si attua, dice Vaia, con un «intervento massiccio sulla ventilazione meccanica nei luoghi comunitari di snodo», quelli dove è più facile che si creino assembramenti. Il professore fa due esempi, «trasporti e scuole», dove in passato non è stato fatto abbastanza. Se riusciremo a fare tutto questo, «usciremo definitivamente dalla pandemia, puntando sul futuro e sull'innovazione, sconfiggendo le paure, gli oscurantismi e i catastrofismi- conclude il direttore dello Spallanzani Se giochiamo d'anticipo, gli italiani sono pronti a fare sacrifici. Ci stiamo riprendendo la vita, non lasciamocela più sottrarre». 

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