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Non è l'Arena, Massimo Giletti si infuria con il giornalista russo: "È un insulto". Kulikov insiste sulla non-guerra

Federica Pascale
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“Ma perché non la chiama guerra?” Questa la domanda posta da Massimo Giletti a Dmitry Kulikov, politologo e conduttore russo, ospite del programma di approfondimento politico Non è l’arena su La7. Durante la puntata di domenica 15 maggio, Kulikov ha risposto alle domande di diversi ospiti in studio e in collegamento ma è proprio su quella del conduttore che si è arrivati ad uno scontro. Il giornalista russo ha definito la guerra in Ucraina come “operazione speciale”, così com’è obbligatorio per legge in Russia e come la definisce lo stesso presidente russo Vladimir Putin.

 

“Non trova che sia un altro elemento di ipocrisia? È guerra no? Perché continuiamo ad essere ipocriti?” chiede Giletti. “Voi non potete capire la differenza giuridica tra la parola guerra e l’espressione operazione speciale – spiega Kulikov -. Intendo dire le modalità nelle quali si tengono le ostilità. Nella guerra si distrugge l’avversario, mentre l’operazione speciale non lo prevede assolutamente”.

 

Il conduttore non ci sta e sottolinea che diverse città in Ucraina vengono distrutte, con donne e bambini sfollati. “La specificità della situazione si riferisce al fatto che i battaglioni nazionalistici sono chiusi nelle città e utilizzano i civili come scudo umano – ribatte Kulikov -. Inoltre, le truppe ucraine colpiscono direttamente con dei missili…” Giletti lo interrompe spazientito e definisce inaccettabile il racconto del politologo russo: “Non chiamarla guerra è un insulto alla sua intelligenza. Io la chiamo per quella che è!”.

 

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