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Ucraina, "ecco la prova dei laboratori biologici". Alberto Contri tira fuori il documento, scontro a L'aria che tira

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 È scontro ormai aperto tra chi punta il dito contro l'informazione dei grandi gruppi editoriali sulla guerra in ucraina. Alberto Contri, già docente di Comunicazione sociale, nell puntata di martedì 10 maggio de L'aria che tira il programma di La7 condotto da Myrta Merlino, punta il dito contro i giornali che per settimane hanno fatte fosche previsioni sulla parata del 9 maggio a Mosca, mentre n realtà il discorso di Vladimir Putin non ha fatto cenno a proclami di "guerra totale" come paventato. Su questo si accende uno scontro con Fabrizio Roncone del Corriere della sera, in difesa della stampa. Il duello si infiamma nuovamente quando l'esperto di comunicazione, nella sorpresa generale, tira fuori un foglio a dire il vero poco leggibile. 

 

"Questo è l'accordo tra il Pentagono e il ministro della Salute ucraino per 'assistenza a 13 laboratori di biotecnologie. Cosa ci fanno in un Paese agricolo?", attacca Contri che ammette che l'origine del documento è controversa: "Per Nathalie Tocci",  politologa e direttrice dell'Istituto Affari Internazionali di Roma, "è un fake...". "Dalle informazioni che ho Putin avrebbe voluto mostrare questi laboratori, alcuni dei quali potrebbero stare sotto l'acciaieria Azovstal, ma non ha potuto perché non sono riusciti a entrare ma di questo non si parla, afferma il professore che condanna l'invio di armi all'Ucraina destinato a rendere ancora più sanguinoso il conflitto: "Bisogna trattare ed eliminare per primi altrimenti andiamo a fondo". 

 

"I laboratori sono una pistola fumante? Giustificano l'invasione di un paese?" chiede allora Myrta Merlino. Contri afferma che dipende dalla gravità della pistola fumante, provocando la reazione sdegnata di Fabrizio Roncone del Corriere della sera che prima rider, poi afferma che va respinto qualsiasi ragionamento che non parta dal fatto che l'Ucraina è un Paese aggredito, altrimenti siamo davanti a una propaganda filorussa. La parola fine sul presunto documento mostrato da Contri la mette il generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare: "È singolare che un accordo così delicato diventi pubblico..."

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