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Con Omicron è addio all'immunità di vaccino e infezione. Giorgio Palù suona la sveglia: quarta dose necessaria

Giada Oricchio
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“Le varianti di Omicron bucano l’immunità. Si sottovaluta l’importanza della quarta dose, mentre è rientrato l’allarme per le epatiti nei bambini”. Il Covid è sparito dalle prime pagine dei giornali, ma circola ancora con grande intensità. Giorgio Palù, professore emerito di Virologia all'Università di Padova, ha fatto il punto della situazione in un’intervista al quotidiano La Stampa: “Il virus diventa sempre più endemico e circa il 90% delle infezioni, considerando anche i non vaccinati e i reinfettati, risulta asintomatico”. Tuttavia, si registra il 5% di ricontagiati, un segnale importante: “Probabilmente sono molti di più. Ormai sappiamo che le varianti di Omicron sono in grado di rompere l'immunità data sia dall'infezione naturale sia dal vaccino”. La vaccinazione resta fondamentale, ma denuncia il presidente dell’Aifa: “purtroppo l'utilità della quarta dose viene sottovalutata sia in Italia sia in altri Paesi come la Germania”.

 

 

Se la quarta dose è necessaria per gli over 80 e i fragili, non va escluso un ampliamento della platea: “L'Ema ha ricordato che per l'intera popolazione bisogna puntare su vaccini aggiornati alle varianti e sottovarianti circolanti, oltre a cercare nel lungo periodo un vaccino polivalente contro tutti i coronavirus – ha detto il professor Palù -. Quando i primi saranno approvati si potranno fare”. L’ex membro del CTS ha confermato che le sottovarianti di Omicron rendono meno efficaci i farmaci: “Soprattutto gli anticorpi monoclonali, che andrebbero aggiornati. Gli antivirali classici diretti contro gli enzimi replicativi di Sars-Cov-2 non risentono delle mutazioni sulla proteina Spike. Mentre Remdesivir va somministrato per endovena, il Paxlovid è usato per via orale. Interagendo con tanti altri medicinali necessita di prescrizione e risulta efficace entro 72 ore dall'infezione”.

 

 

Il ricercatore ha fatto anche una previsione sull’andamento della pandemia fino a Natale: “Il Sars-Cov-2 resterà con noi a lungo con un andamento stagionale. Fino a ottobre nel nostro emisfero la situazione dovrebbe rimanere relativamente buona con ridotta incidenza di casi e bassa pressione sui servizi assistenziali. Poi, tornerà a preoccuparci. L'unico dato che resta allarmante è quello dei morti, per cui è come se ogni giorno cadesse un aereo”. Buone notizie, invece, sull’impennata di casi di un nuovo tipo di epatite nei bambini: “Per ora non ha avuto la diffusione che si temeva, nonostante abbia colpito soprattutto bambini sotto i 5 anni non vaccinati contro Sars-Cov-2. La causa più probabile è l'adenovirus umano F41”.

 

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