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Battaglia nel Donbass, errore clamoroso dei russi. Il generale Camporini e il dettaglio a sorpresa: "La partita è aperta"

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L'offensiva russa nel Donbass potrebbe essere quella decisiva per le sorti della guerra in Ucraina ma mai come in questo conflitto bisogna dare per scontato l'esito dei combattimenti. Secondo molti analisti doveva risolversi tutto in pochi giorni con i carri armati di Vladimir Putin che sarebbero dovuti entrare a Kiev per ribaltare il governo di Volodymyr Zelensky, ma le cose stanno andando diversamente. Su questo punto fa mea culpa il generale Vincenzo Camporini, già Capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare e della difesa. 

 

Intervistato mercoledì 20 aprile da Tagadà, la trasmissione di La7, l'ufficiale ammette che "gli ucraini a differenza di tanti di noi si aspettavano quello che è accaduto", ossia che la resistenza ha respinto in molte occasioni i russi. "Hanno predisposto le loro risorse in modo adeguato e sono riusciti a fermare i russi per una serie di motivi", spiega il generale. In primis per la "volontà strenua della popolazione ucraina nella sua interezza e in secondo luogo per alcune deficienze organizzative della macchina militare russa". La mancanza maggiore sarebbe da ricondursi alla logistica, con l'incapacità di alimentare la prima linea con le risorse necessarie. "In terzo luogo la disponibilità dei paesi occidentali a fornire armi e mezzi anticarro di ultima generazione che hanno impedito all'aviazione russa di dominare il cielo come invece sarebbe stato necessario", spiega Camporini. 

 

Ora nel Donbass si è aperta una "nuova fase" della guerra, come spiegano da Mosca. Ma qual è la situazione strategica sul campo? Si combatte "su un terreno in qualche modo più agevole per gli attaccanti, o meglio lo sarebbe se non ci fossero le condizioni del terreno e metereologiche che in qualche modo li danneggiano", spiega l'alto ufficiale. Nel Donbass e a ridosso delle repubbliche separatiste abituano "popolazioni che hanno dichiarato la loro lealtà alla Russia, però non sono la totalità della popolazione", continua il generale secondo cui i russi "possono contare sulle retrovie ma stanno entrando in territori dove la popolazione è sicuramente ostile". 

 

Cosa ci aspetta nelle prossime settimane? Lo scenario è incerto. "La partita non è scontata ed è ancora aperta" sostiene il generale, "e dipenderà molto anche dalla capacità della macchina governativa russa di insistere, mettendo in campo tutte le risorse di cui dispone per questa battaglia. Quelle messe finora non basteranno" ai russi per avere la meglio sulla resistenza ucraina. 

 

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