Missione umanitaria o spionaggio, le carte segrete che inguaiano Conte sui russi. La verità sull'accordo con Putin
Spuntano le carte dell'accordo tra la delegazione russa e i tecnici della Farnesina sulla controversa missione di Mosca in Italia nel marzo 2020, nel pieno dell'emergenza Covid. A pubblicarle è il Corriere della sera, che spiega come i documenti fanno emergere "nuovi e clamorosi retroscena" di quella missione durata due mesi e svelano come i termini dell'accordo tra l'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Vladimir Putin fossero "ben diversi da quanto è stato poi rivelato". Il punto è che il materiale sanitario offerto era inferiore alle esigenze, e questo "alimenta il sospetto che l'obiettivo dei russi fosse l'attività spionistica e non - come era stato dichiarato - l'aiuto umanitario".
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Dalle email scambiate tra le rappresentanze diplomatiche dei due Paesi emerge che i russi avevano avvisato il governo italiano dell'intenzione di "bonificare" dal virus le strutture pubbliche ottenendo anche il via libera della Farnesina, e che l'Italia aveva accettato di sostenere le spese per l'arrivo di 130 persone. Si tratta di documenti raccolti durante l'indagine del Copasir sulla misteriosa missione russa e che ricostruiscono il fitto scambio di comunicazioni seguito al colloquio telefonico tra il presidente Putin e l'allora premier Conte. "Ufficialmente l'operazione era stata accettata per ottenere mascherine e ventilatori, all'epoca introvabili in Italia. Una missione umanitaria, secondo la versione fornita all'epoca dal governo italiano. Il testo dell'accordo rivela invece che sin dall'inizio l'Italia sapeva di dover pagare tutte le spese. Un conto, si è scoperto adesso, di oltre tre milioni di euro" riassume il Corriere.
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Tanto che, scrivevano allora i russi, "l'ambasciata sarà grata a codesto ministero se vorrà provvedere ad ottenere dell'autorità competenti italiane l'autorizzazione per il sorvolo del territorio italiano e lo scalo sull'aeroporto di Pratica di Mare. Si prega altresì di provvedere al servizio terrestre aeroportuale nonché al refueling fino a 50 tonnellate di combustibile a titolo di cortesia. Contiamo sul rifornimento gratuito degli aerei russi presso gli aeroporti italiani per il volo di ritorno e sull'esenzione dalle tasse di aeronavigazione, pagamento del parcheggio e altri servizi aeroportuali". Insomma, paga Roma come le altre spese relative alla permanenza dei russi in Italia ma anche "la messa a disposizione di materiali consumabili necessari, per esempio per il funzionamento degli apparecchi di ventilazione artificiale dei polmoni che saranno portate dalla Russia".