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Moskva affondato, "quella foto vale migliaia di euro". Abbate e l'immagine che può cambiare la guerra

Giada Oricchio
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Quella foto vale migliaia e migliaia di euro”. Lirio Abbate, direttore del settimanale L’Espresso, ospite del talk politico "Otto e Mezzo", giovedì 14 aprile, ritiene un errore diplomatico l’inasprimento dei toni da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky arrivando a ipotizzare che “qualcuno da parte americana gli sta suggerendo qualche parola di troppo”. Una strategia che non può favorirlo al contrario dell’immagine dell’incrociatore Moskva che sta per affondare nel Mar Nero.

“Se ci fosse la fotografia dell’incrociatore che in fiamme va a picco davanti alle coste ucraine, varrebbe migliaia di dollari. Per il popolo russo sarebbe una grande sconfitta” ha osservato Abbate. La perdita della storica nave ammiraglia - non è chiaro se colpita da un missile ucraino (con l’aiuto degli americani) o se per un incendio scoppiato a bordo - è un duro colpo per il Cremlino perché ha un valore simbolico e tattico molto importante (sventa la minaccia dello sbarco a Odessa e permette di spostare le truppe ucraine sul fronte caldo del Donbass).

Nell’immaginario dei russi, la Marina è un fiore all’occhiello e la “Moskva”, che faceva nella base russa di Sebastopoli, è considerata un’arma tecnologica sofisticata. Vederla riparare in porto per evitare una fine ingloriosa in fondo al mare dà un’altra picconata all’immagine della Federazione russa come potenza militare.

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