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Covid e quarta dose, "alta circolazione del virus". Con il picco di contagi a Pasqua si riparte con le vaccinazioni

Dario Martini
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Lo stato d'emergenza è finito il 31 marzo. Figliuolo ha passato la mano ed è tornato a fare il militare a tempo pieno. Anche il Cts ha chiuso i battenti. Eppure i contagi non accennano a diminuire. Sono 1,2 milioni gli italiani in isolamento perché positivi al Covid. Insomma, non ne siamo ancora usciti. Tanto che ieri ha preso il via la nuova campagna di vaccinazione. Quella con la quarta dose. L'ennesimo richiamo.

Nel Lazio si parte domani, tranne che a Rieti che ha già iniziato. Il nuovo booster è destinato agli over 80 (4 milioni di italiani), alle persone tra 60 e 79 anni considerate fragili perché hanno altre patologie (circa 2 milioni) e agli ospiti delle Rsa. Siamo tornati alle conferenze in pompa magna dei super esperti. Come avveniva nelle scorse ondate della pandemia.

Ieri si sono presentati davanti ai microfoni tre volti ormai conosciuti al grande pubblico: il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, e il direttore dell'Aifa, Nicola Magrini. Rezza ha provato a infondere fiducia spiegando che siamo di fronte ad una «lieve inversione di tendenza», ma poi ha ammesso che «non è ottimale e che c'è un'elevata capacità di circolazione virale e un'alta incidenza. Abbiamo 60-70mila casi al giorno». Ieri, però, ne sono stati registrati 83.643, a fronte di 169 decessi (115 il giorno prima).

La situazione comunque è notevolmente migliorata rispetto ai mesi invernali se si considerano le conseguenze più gravi della malattia. «La stragrande maggioranza del virus - ha spiegato ancora Rezza - è variante Omicron. In Italia c'è ancora una circolazione molto bassa di alcune ricombinanti come Xe, Xj, ma sappiamo che questi casi sporadici non pongono per ora particolare allarme. Omicron ha una virulenza intrinsecamente minore rispetto a Delta, ma ha un suo grado di gravità. Persone non adeguatamente vaccinate possono andare incontro a complicanze gravi. Se i vaccini non sono sempre in grado di ridurre il rischio di trasmissione sono in grado di ridurre il rischio di malattia». Lo dimostra, ha concluso, che «a fronte di un'incidenza alta gli indicatori ospedalieri sono confortanti, non c'è una congestione del sistema sanitario».

I numeri sono questi: 10.207 pazienti Covid ricoverati nei reparti ordinari e 463 nelle terapie intensive. La terza dose di vaccino, però, sta iniziando a perdere efficacia proprio negli over 80 e nelle persone tra 60 e 79 anni che presentano altre patologie.

Per Magrini, «a partire dal quarto vi è un leggero calo, anche se i dati italiani più recenti non ancora pubblicati mostrano una tenuta proprio in questa fascia d'età». Inoltre, il direttore dell'Aifa ha spiegato che in autunno ci sarà con molta probabilità un nuovo richiamo, con nuovi vaccini, avrà una durata annuale e potrebbe riguadare solo gli over 50. In molti, però, c'è una sorta di «stanchezza vaccinale», una scarsa voglia di rifarsi l'iniezione, ma secondo Rezza «è normale dopo la luna di miele iniziale». Locatelli ha invitato a farsi la quarta dose, perché «uno studio israeliano ha dimostrato che si ottiene una protezione quattro volte più alta». 

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