Tagadà, Federico Rampini inchioda i "finti pacifisti": col gas russo finanziamo i massacri di Putin
Si fa strada l'idea che gli Stati Uniti abbiano solo vantaggi dal protrarsi della guerra in Ucraina per vari motivi, su tutti quelli che vedono un'Europa destinata a indebolirsi economicamente e che dovrà ricorrere sempre di più al gas americano. Su questo tema interviene Federico Rampini, editorialista del Corriere della sera, che spiega come invece gli Usa hanno fatto molto per evitare che la situazione bellica precipitasse, a partire dal tentativo di portare via il presidente ucraino Volodymyr Zelensky da Kiev nei primi giorni dell'invasione russa del Donbass: "Possiamo immaginare quanta voglia avesse l'America di chiudere il conflitto il prima possibile. La vera sfida strategica" di Washington "è con la Cina, non con la Russia", spiega Rampini giovedì 7 aprile a Tagadà, il programma di Tiziana Panella su La7.
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"Lo dico per ricordare che dietro alle teorie che circolano in Italia su questa America che starebbe aizzando l'Ucraina contro la Russia c'è il fenomeno, molto italiano, del finto pacifismo", attacca il giornalista che punta il dito sullo slogan "né con la Nato, né con la Russia". Sembra che vogliamo "inventarci delle colpe occidentali", come se l'Occidente avesse sempre qualcosa da farsi perdonare, un senso di colpa innato.
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Rampini interviene poi sulla volontà europea, e dell'Italia, di chiudere il rubinetto delle risorse energetiche che arrivano da Mosca. "Finché rimane il gas russo l'Europa continuerà a finanziare gli armamenti di Putin e i massacri russi in Ucraina", dice il giornalista che dà ragione al ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che ha partecipato alla riunione dei ministri degli Esteri della Nato. Germania e Italia sono i Paesi che più sono dipendenti dal gas russo, e i loro sforzi di rendersi indipendenti non vedranno risultati prima di due o tre anni, ricorda Rampini.