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Sicilia, smantellata la cosca mafiosa di Belmonte Mezzagno: 9 arresti

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Christian Campigli
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La violenza come mezzo per il controllo del territorio. Le armi per intimidire, far comprendere, agli onesti cittadini e alle cosche rivali, che quell'angolo di Sicilia è “cosa loro”. Un'operazione che pone fine alle attività illecite di un importante gruppo malavitoso. I carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Palermo hanno eseguito all'alba di questa mattina un'ordinanza cautelare in carcere nei confronti di nove persone nel mandamento mafioso di Misilmeri e Belmonte Mezzagno. Il provvedimento, firmato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale del capoluogo siculo, su richiesta della direzione distrettuale antimafia, ipotizza i reati di associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi clandestine e ricettazione, questi ultimi aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose. Gli investigatori hanno persino filmato un raid incendiario e registrato decine di telefonate. Emblematica quella di un commerciante che, per risolvere questioni personali, si rivolge ad uno dei boss invece che alle forze dell'ordine.

 

 

L'operazione “Limes”, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido, è stata avviata nel gennaio 2020, dopo tre omicidi e un tentato omicidio a Belmonte Mezzagno. Nello specifico, furono freddati il manovale Vincenzo Greco, il commercialista Antonio Di Liberto e il commerciante Agostino Alessandro Migliore. Il tentato omicidio fu quello di Giuseppe Benigno, che avvenne in pieno giorno e in centro. Tra le figure di spicco dell'organizzazione vi è, senza dubbio, quella di Agostino Giocondo, boss della famiglia, per la quale “ha coordinato l’attività nei settori di controllo di Cosa nostra – si legge in una nota dell'Arma - Sussistono gravi indizi per affermare la piena operatività dell’organizzazione criminale Cosa nostra a Belmonte, che nell’ultimo triennio è stato teatro dei più eclatanti fatti di sangue dell’intera provincia di Palermo, immortalando un contesto territoriale caratterizzato da uno spietato ricorso alla violenza ed all’uso delle armi”. Rilevante la disponibilità di armi, tra queste anche “un fucile da caccia marca Winchester calibro 12 con matricola parzialmente punzonata e un revolver 38 special Smith & Wesson, con matricola abrasa”.

 

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