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L'Aria che Tira, siparietto Merlino-Maglie su Mario Draghi e il condizionatore: “Niente ipocrisia”, “È cascato l'asino”

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Maria Giovanna Maglie è ospite della puntata del 7 aprile de L’Aria che Tira, talk show di La7 che vede Myrta Merlino alla conduzione. La giornalista, in collegamento da Roma, ritorna sul discorso del premier Mario Draghi che ha parlato di una pace “legata” a doppio filo al condizionatore: “La maggioranza degli italiani all'idea di sacrificarsi per l'Ucraina non ci pensa neanche e una buona parte non ritiene neanche che Putin sia un dittatore, in ogni caso, da condannare, visto che è anche un aggressore. Noi continuiamo a parlare di un negoziato possibile, che non costi il freddo o il caldo, cosa che un po’ veramente ingenua Draghi ha ritenuto di dover evocare”. “Mazzate a Draghi” interviene in sottofondo Massimiliano Romeo della Lega, altro ospite della Merlino, che ironizza: “Stamattina mazzate a Draghi a go-go”. La Maglie riprende il discorso: “Beh ma perché Draghi ha fatto la stessa battuta di quando disse ‘se vi vaccinate siete sicuri di non morire’. Quando Draghi passa dal suo linguaggio tecnocratico un po' anche altezzoso, ma del quale è sicuro e che controlla, al tentativo di comunicazione di popolo lì casca l’asino”. 

 

 

“Ma non è un discorso non ipocrita? La politica deve sempre affascinarci, convincerci, ma lui non ha quell’approccio…” la difesa del premier da parte della padrona di casa. “Sì, ma lui dovrebbe dire che se andiamo avanti con la guerra altro che il condizionatore non acceso, altro che in autunno col termosifone acceso due ore al giorno, abbiamo un terzo dell'industria italiana in crisi mistica dopo la pandemia, ora aggiungiamoci un altro terzo, il turismo è ridotto alla vendita di gazzose… Vedrete che nel giro di un anno ci ritroveremo con una fiorente economia dove si sopravvive raccogliendo la cicoria nei campi” dice un po’ stizzita la Maglia replicando alla Merlino.

 

 

“Ti stupirò - prosegue la Maglie - io sono d’accordo con le considerazioni di Romeo, ma non sono d’accordo con le conseguenze che la Lega ha tratto. Non è mettendosi contro iniziative di contrasto a Vladimir Putin che si risolve il problema. La possibilità di un negoziato a buon mercato l’abbiamo persa quando è iniziata la guerra, dovevamo riuscire prima ad evitare il conflitto, ma non eravamo nelle condizioni di farlo. Ma l’Occidente è debole, c’è stata la fuga dall’Afghanistan e c’è la dipendenza energetica… Non avevamo né la forza e né gli strumenti”. “Questa guerra era più facile da prevenire che da fermare” conclude la Merlino.

 

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