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"Putin sta perdendo ma..." la previsione del generale Graziano è una doccia fredda. Massacri e violenze, cosa ci aspetta

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"Il nostro scopo è evitare i conflitti, una guerra atomica ci deve spaventare sempre". Ma quelle lanciate all'inizio da Valadimir Putin e dalla Russia su un'escalation nucleare del conflitto "erano solo minacce" che fanno parte di una "guerra psicologica, perché non è neanche nell'interesse russo". Il generale Graziane, presidente del Comitato militare dell'Unione europea, interviene giovedì 7 aprile a Dritto e rovescio, il programma condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4. 

"L'intera guerra fredda è stata segnata dal tentativo di ridurre il rischio nucleare e solo evocarlo è un un pericolo", dice l'alto ufficiale che cita poi i precedenti preoccupanti visti in Ucraina: l'utilizzo di bombe a grappolo e altre armi non consentite dalla convenzioni, ma anche i bombardamenti a tappeto. "Si risvegliano fantasmi del passato, mentre c'è una corsa tecnologica alle armi con l'uso dell'intelligenza artificiale". 

 

La Russia sta perdendo la guerra? "È la fotografia attuale, ma non vuol dire che l'abbia già persa". La pressione continua verso il Donbass e la Crimea, ma c'è stato un ripiegamento da Kiev. "Non è finita, andiamo verso una guerra d'attrito destinata a prolungarsi nel tempo. I negoziati ci saranno solo se si troveranno parti terze importanti" in grado di portare a termine il processo di pace. "In questo momento non si vedono", ammette il più alto ufficiale europeo. 

 

Sul tentativo di negare il massacro di Bucha da parte di Mosca  il generale parla di disinformazione che fa parte integrante della cultura militare russa, come visto in passato "in Georgia, in Siria e in Africa". Ma c'è "contro-informazione anche dall'altra parte, non abbiamo tutte le informazioni e mancano le commissioni d'inchiesta". Il responsabile è comunque Putin e la sua volontà di "ricostruire un impero russo 2.0". I bombardamenti dei civili e delle scuole però sono sotto gli occhi di tutti. "Se si iniziano a impiegare mercenari, ceceni, Wagner (un esercito privato in azione in Donbass, ndr) per sopperire a una crisi interna delle truppe russe si creano i germi di questi tipi di violenze". Una "guerra del terrore", dice Graziano, per fiaccare gli ucraini.  Il massacro di Bucha è l'effetto di una escalation e di una "guerra condotta in modo indiscriminato". 

 

Stupri, torture e violenze sono fuori da ogni regola di guerra, dice il generale che poi parla dell'esercito comune europea: "È l'ora di avere un'integrazione delle forze armate europee, a Versailles è stato preso un impegno". La difesa comune servirà a difendere l'Ue ma anche paesi vicini che "sono ancora a rischio, come la Moldavia, la Georgia, e di rinsaldare i legami con la Nato. Il primo nucleo c'è, è la strada giusta per avere magari non un esercito comune, ma una integrazione che mandi un messaggio di dissuasione agli altri Paesi. Oggi è la Russia, domani potrebbero essere altri". Negli ultimi anni sono state fatte scelte senza precedenti: "Come dare armi letali all'Ucraina. L'Europa a volte ha bisogno dell'emergenza per agire". 

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