Soldi dei poveri venezuelani riciclati in Italia: tra i 5 arresti l'ex modella Camilla Fabri e il marito Alex Saab
Ordine di arresto per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale nei confronti dell'imprenditore colombiano di 50 anni Alex Nain Saab Moran, uomo di fiducia del presidente venezuelano Nicolas Maduro, e per la sua avvenente moglie Camilla Fabri, una 27enne romana ex modella che risultava proprietaria di un appartamento in via Condotti del valore di 4,7 milioni di euro (già sequestrato dai finanzieri del Nucleo di polizia valutaria a novembre del 2019, insieme a 1,8 milioni di euro giacenti su un conto corrente acceso presso una banca italiana). Il gip del Tribunale di Roma ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Saab - che al momento si trova nelle carceri statunitensi sotto processo dall'autorità giudiziaria Usa - e per il cognato Lorenzo Antonelli, marito di Beatrice Fabri, sorella di Camilla. Anche Antonelli è all'estero e quindi non si è potuto procedere al suo arresto. I domiciliari sono scattati per le zie materne di Camilla e Beatrice: Patrizia e Arianna Fiore, accusate di associazione a delinquere e trasferimento fraudolento di valori, in quanto prestanome della nipote Camilla. Anche per lei il gip ha disposto gli arresti domiciliari, ma la 27enne al momento si trova in Venezuela con i due figli avuti da Saab. Da qui nei mesi scorsi si è resa protagonista di una campagna per la liberazione del marito. Il giudice delle indagini preliminari di Roma ha anche disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per un importo di 1,6 milioni di euro.
Alex Saab «risulterebbe a capo di una vasta rete di corruzione internazionale finalizzata all'ottenimento di numerosi e ingenti contratti commerciali con il Governo del Venezuela, concernenti - tra gli altri - i sussidi alimentari». In altre parole si sarebbe appropriato dei soldi dei cittadini venezuelani, anche quelli destinati ai poveri. Il denaro accumulato, 350 milioni di euro, sarebbe poi finito in Europa, Asia e Africa, attraverso 26 società con sede in Italia, Russia, Inghilterra ed Emirati Arabi.
Quando a novembre del 2019 erano scattati i primi sequestri della Finanza, Saab si trovava in Russia insieme alla moglie. E' noto, infatti, che il governo di Putin e quello di Maduro sono molto legati. Nel 2020 venne arrestato nell'isola di Capo Verde, dove aveva fatto scalo con il suo jet privato per fare rifornimento, sulla base di un mandato di cattura internazionale spiccato dagli Stati Uniti. Era diretto in Iran. Dopo aver trascorso un periodo nelle carceri capoverdiane, fu estradato negli Usa. Il governo dvi Caracas aveva denunciato il fermo rivendicando per Saab la qualifica di "agente diplomatico", impegnato a trovare fondi per comprare al popolo venezuelano i beni di sussistenza - come cibo e medicine - bloccati dall'embargo statunitense. L'ex presidente Donald Trump, temendo che Saab potesse fuggire prima di essere estradato, aveva mandato una nave da guerra per vigilare le acque di Capo Verde. Il via libera al trasferimento a Miami ha innescato una campagna internazionale contro la "persecuzione" dell'imprenditore colombiano di origini libanesi, che Maduro avrebbe speso per interrompere i negoziati di pace faticosamente aperti con le opposizioni a Città del Messico.
Lo scorso febbraio, il giudice Robert Scola del tribunale di Miami, presso cui Saab deve rispondere dell'accusa di riciclaggio, ha rivelato che l'imprenditore colombiano sarebbe stato dal 2018 al 2019 collaboratore della Drug Enforcement Administration (Dea), l'Agenzia antidroga degli Usa, a cui avrebbe passato informazioni cruciali sulle tangenti incassate dai funzionari del governo "chavista", oltre a restituire parte dei fondi sottratti con la frode all'erario venezuelano. La notizia sarebbe stata tenuta segreta per non creare problemi ai familiari di Saab che si trovano appunto in Venezuela. Un vincolo caduto nel momento in cui la moglie romana Camilla Fabri avrebbe rifiutato la protezione e il trasferimento di lei e dei suoi due figli negli Usa. L'ipotesi che Saab sia una spia americana, tuttavia, non convince gli inquirenti italiani.
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