
Ucraina, Papa Francesco e il viaggio a Kiev: "È sul tavolo". Il piano per fermare la guerra di Putin

Pace, dialogo, amore per l'altro. Il 36esimo viaggio apostolico di papa Francesco è a Malta "cuore del Mediterraneo", luogo di incontro e di richiesta di aiuto da parte di quanti, nelle acque del "mare nostro" cercano la salvezza da guerra e fame. Il pensiero va, ancora una volta, a tutte le vittime della guerra in Ucraina: a chi è morto, a chi è in fuga, a chi soffre. E il Papa annuncia che sta prendendo in considerazione l'ipotesi di un viaggio a Kiev: "È sul tavolo", ammette durante il volo verso La Valletta.
E' indispensabile l'impegno di tutti per la pace, sottolinea il Papa, a cominciare dall'Unione europea, nata proprio per esserne custode: "Ci serve una 'misura umana' davanti all'aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una 'guerra fredda allargata' che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni!" Con queste parole cita Giorgio La Pira.

"Provoca conflitti", Papa Francesco se la prende con Putin
"Pensavamo che invasioni di altri Paesi, brutali combattimenti nelle strade e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un passato lontano - dice - Ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti". "E mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti - continua - la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà".
"Gli ingenti fondi che continuano a essere destinati agli armamenti siano convertiti allo sviluppo, alla salute e alla nutrizione", sostiene Papa Francesco che chiede, "risposte ampie e condivise" anche sul tema migranti. "Non possono alcuni Paesi sobbarcarsi l'intero problema nell'indifferenza di altri! - evidenzia - E non possono Paesi civili sancire per proprio interesse torbidi accordi con malviventi che schiavizzano le persone".

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Oggi "nei confronti di chi attraversa il Mediterraneo in cerca di salvezza, prevalgono il timore e 'la narrazione dell'invasione', e l'obiettivo primario sembra essere la tutela ad ogni costo della propria sicurezza - Prosegue - aiutiamoci a non vedere il migrante come una minaccia e a non cedere alla tentazione di innalzare ponti levatoi e di erigere muri". Poi conclude: "L'altro non è un virus da cui difendersi, ma una persona da accogliere. Non lasciamo che l'indifferenza spenga il sogno di vivere insieme!".
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