Oltre 10 milioni di dosi inutilizzate (e da regalare). La "sorpresina" di Figliuolo al successore
Oggi è l'ultimo giorno da commissario all'emergenza Covid per il generale. Gli subentra un altro militare, Petroni
Dopo tredici mesi si chiude l’era del generale Figliuolo nella lotta alla pandemia. Oggi è il suo ultimo giorno al comando della struttura commissariale che chiude definitivamente i battenti. Al suo posto è stata istituita un’Unità operativa che avrà come compito principale il completamento della campagna vaccinale. La guiderà un altro generale, Tommaso Petroni, nominato ieri mattina dal presidente del Consiglio Mario Draghi.
Petroni vanta già un’esperienza di primo piano in questo settore. È lui, infatti, ad aver gestito fino ad oggi l’area «logistico-operativa» della struttura commissariale di Figliuolo. Il capo della nuova Unità per il contrasto alla pandemia è nato nel 1962 a Canosa. Arruolatosi nel 1981, ha prestato servizio nel Battaglione Logistico della Brigata «Julia» a Udine. Nel 1998 è diventato specialista di elicottero ed è stato comandante di squadrone riparazione elicotteri presso il 4° Reggimento Sostegno Aviazione dell’Esercito a Viterbo. Diversi gli incarichi all’estero: dal Kurdistan e alla Somalia fino al Kosovo. Dal 2011 al 2015 è stato capo Ufficio Armamento presso il Comando logistico dell’Esercito. Dal 6 novembre 2015 al 4 ottobre 2018, da brigadiere generale, Petroni ha diretto il Polo di Mantenimento pesante nord di Piacenza.
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L’Unità diretta sarà composta da una parte del personale che fino ad oggi ha lavorato nella struttura commissariale di Figliuolo e dal personale in servizio al ministero della Salute. Petroni sarà affiancato in qualità di direttore vicario da Giovanni Leonardi, dirigente del dicastero guidato da Speranza.
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Il suo primo compito, come detto, sarà portare a compimento la campagna vaccinale. Sono poco più di 4 milioni gli italiani che non hanno fatto neanche una dose, mentre altri 7 milioni circa devono ancora ricevere la terza. La campagna, però, sta vivendo una fase di stallo. Si viaggia al ritmo di 35-30mila booster al giorno. Mentre si sono praticamente bloccate le prime dosi. Come se non bastasse, i magazzini sono stracolmi di fiale in eccesso. Si contano circa 10 milioni di dosi Pfizer in surplus. Petroni sarà costretto a donarle all’estero, come d’altronde sta già facendo Figliuolo.
Tra gli amministratori che hanno ringraziato Figliuolo per il lavoro svolto c’è l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato, il quale ha già messo sul tavolo le criticità da sottoporre a Petroni: «Tra le priorità da affrontare ci sono le forniture degli anticorpi monoclonali, che attualmente sono in esaurimento, e il prosieguo di alcune agevolazioni sui tamponi rivolte a particolari categorie a partire dagli studenti». Un altro fronte che potrebbe dover gestire Petroni è quello delle quarte dosi. Al momento sono solo previste per le persone fragili. Ma due giorni fa il ministro Speranza ha chiesto all’Agenzia europea del farmaco e al Centro europeo per la prevenzione delle malattie di esprimere una posizione comune sull’eventualità di estenderla a tutti gli anziani o addirittura agli over 50. Una decisione simile è stata presa dalla Fda americana. Ma la maggior parte dei virologi nostrani è contraria. Matteo Bassetti lo riterrebbe un «grandissimo errore». Anche l’immunologa Antonella Viola pensa che «fare lo stesso vaccino ogni quattro mesi è uno sbaglio».