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Troppa fretta nel dire che il Covid era finito. Massimo Galli ad Agorà inchioda la politica: avete pensato solo al profitto

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“Qualcuno in politica ha pensato di rientrare con profitto dalla situazione”. La durissima accusa al mondo della politica è lanciata da Massimo Galli, ex direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, ospite di Agorà, talk show su Rai3 che vede Luisella Costamagna alla conduzione. Il virologo se la prende con chi ha considerato la pandemia un lontano ricordo: “La variante Omicron2 sta rapidamente sostituendo Omicron1, si va a verificare un fenomeno che non aveva precedenti chiari nelle altre varianti come Alfa e poi Delta. C’è un incremento dei casi, a cui corrisponde gradualmente anche uno di ospedalizzazioni e rianimazioni, che non assumerà dimensioni della precedente ondata ma c’è stata fretta, non solo in Italia, nel dire che tutto è passato. Io direi che qualcuno in politica ha pensato di rientrare con profitto dalla situazione. È evidente che in Italia i casi di contagio da Covid-19, anche se in incremento, siano sottostimati”. 

 

 

Galli, numeri alla mano, spiega che qualcosa non ha funzionato ancora una volta: “C’è un confronto con la Germania, che ha visto 5 milioni di casi nei 28 giorni precedenti il 23 marzo, con 5mila morti. Noi, nello stesso periodo, avevamo dichiarato 1 milione e 400mila casi e 4.500 morti. È dunque evidente che ci sia qualcosa che non va già da questo confronto, visto che l’andamento in crescita è stato un andamento di casi del tutto comparabile ma non per quanto riguarda i numeri. Abbiamo avuto tutti quei morti comparabili a quelli della Germania un numero di casi inferiore in un momento comunque in cui i nostri casi crescevano. Probabilmente non crescevano abbastanza in termini di definizione reale di caso”.

 

 

L’esperto infettivologo poi affronta il tema della protezione con la quarta dose di vaccino contro il Covid: “Il discorso della quarta dose con il vaccino di sempre, che è il vaccino che protegge molto bene per il virus che circolava nel marzo del 2020, è una questione che non è stata ancora risolta da una chiarezza dei dati. Nei gravi immunodepressi sappiamo che una quarta dose migliora un po’ la situazione, ma in realtà proprio in loro credo si debba cercare di affrontare il problema di una terapia sostitutiva con anticorpi monoclonali, sperando che l’unico a disposizione per una somministrazione facile, recentemente resosi disponibile, sia in grado di coprire bene nei confronti di omicron 2. Per quanto riguarda, invece, i monoclonali preventivi dell’evoluzione della malattia verso la malattia grave con Omicron2 abbiamo molti problemi. Possiamo contare solo su uno che funziona con Omicron1 e con Omicron2 dobbiamo fondarci soprattutto sugli antivirali, che funzionano bene. Sul fronte della quarta dose ai molto anziani - ha infine spiegato il professor Galli - c’è una grande differenza individuale rispetto alla risposta anticorpale. Ci sono persone con una validissima risposta dopo le tre dosi, che persiste per un tempo significativo, e ci sono persone in cui, invece, la risposta proprio non c’è”.

 

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