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Doccia fredda per gli insegnanti no vax, dal 1° aprile possono tornare a scuola ma i presidi non li vogliono

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Le nuove regole della scuola, legate alla fine dell’emergenza Covid, «disorientano tutti», presidi compresi. Lo sottolinea Attilio Fratta, presidente del sindacato DirigentiScuola. «La gente non riesce a capire per quale motivo chi non poteva stare a scuola fino a oggi, potrà farlo dal 1 aprile - spiega Fratta - È questa l’ennesima prova che il decisore politico non ha alcuna idea di come funziona la scuola. Mi chiedo se prima dell’emanazione di qualsivoglia provvedimento da parte del governo si sente con l’ufficio legislativo del ministero. Possiamo anche capire le motivazioni politiche prese anche a seguito dei numerosi contenziosi, ma ci si rende conto dei problemi che avranno ora i dirigenti. Cosa devono fare i docenti se non potranno rientrare in classe? Cosa far fare agli assistenti tecnici se non possono entrare in laboratorio? Sono solo alcuni dei problemi che dovranno affrontare i dirigenti. Ora i docenti tornano a scuola ma non possono stare in classe con gli alunni. E si parla di attività di supporto senza dire chi o cosa supporteranno. Meglio assicurare loro lo stipendio lasciandoli a casa fino alla fine dell’anno», dice a LaPresse.

 

In altre parole, i docenti che non si sono vaccinati e sono restati senza stipendio per l'obbligo di super green passi per alcuni presidi dovrebbero starsene a casa anche dopo la fine dello Stato d'emergenza. 

Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha detto in merito alla polemica relativa al personale no vax che rientrerà a scuola dal 1 aprile, dopo la fine dell’obbligo del green pass rafforzato, di voler porre «il problema della continuità’ didattica. Non è possibile che i nostri ragazzi abbiano per quattro mesi un insegnante e gli ultimi due mesi si torni indietro. C’è la possibilità che questo personale, di poche migliaia, venga messo a disposizione della scuola anche per affrontare quelle situazioni straordinarie che abbiamo di fronte». «Mi sembra importante un giusto riconoscimento a tutti - ha detto il ministro intervenendo al convegno ’La burocrazia frena la scuola', organizzato dalla Gilda degli insegnanti - ma ognuno però rispettando il punto fondamentale che sono i ragazzi, che hanno bisogno di concludere l’anno con gli insegnanti che li hanno seguiti» ha concluso. 

 

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