Dritto e rovescio, dove finiscono le armi date all'Ucraina? Le verità opposte del giornalista russo e dell'ex 007 ucraina
Confronto significativo quello andato in scena giovedì 24 marzo a Dritto e rovescio. Nel programma condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4 si sono visti due punti di osservazione opposti, quello del giornalista russo Vsevolod Gnetii, direttore dell'agenzia “New Day Italia”, e dell'ucraina Katerina Sadilova, ex del servizio di sicurezza di Kiev.
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Il russo si è detto contrario all'invio di armi a Kiev per una motivazione particolare, "perché dal 2014 in poi ci sono stati numerosi casi di contrabbando di armi in dotazione dell'esercito ucraino che sono finite in altri Paesi d'Europa o in Medio oriente", dice Gnetii che parla di missili terra-aria Stinger finiti in Siria e fucili di precisione passati dall'esercito ucraino ad altri teatri di guerra. Del Debbio è sorpreso, ma allora tutte le armi che mandiamo all'Ucraina finiscono nel contrabbando? "Esatto" risponde il russo che cita giudizi analoghi a riguardo di Roberto Saviano e del criminologo americano Vincenzo Musacchio.
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La parola passa alla Sadilova, che rigetta la ricostruzione del giornalista: "Stiamo ricevendo le armi, contesto assolutamente" che finiscano al mercato nero. L'ex dei servizi poi dà una diversa lettura delle notizie arrivate dal campo: le truppe russe che hanno circondato i sobborghi di Kiev, spiega, sono state a loro volta concordate dalle forze armate ucraine "al 95 per cento". L'ucraina parla di un vicolo cieco, e cita Al Jazeera che parla di "10-12mila soldati russi circondati". Insomma, l'Ucraina sta vincendo, almeno intorno a Kiev?
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La palla torna a Gnetii che cita, riguardo alle armi che da Kiev finirebbero altrove, un episodio controverso, quello del drone armato finito su Zagabria: "Se questo non è un artto di guerra da parte dell'Ucraina alla Croazia..." Ma Zagabria non ha confermato, sbotta l'ucraina.