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L'aria che tira, Maurizio Molinari e il bivio di Putin: rischio "armi chimiche come in Siria", lo scenario dell'orrore

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Il presidente russo Vladimir Putin è a un bivio. La situazione della guerra in Ucraina sta vivendo una situazione di stallo ma continuano le violenze e le devastazioni, mentre gli Stati Uniti accusano la Russia di voler portare il conflitto a un livello superiore, quello della guerra chimica e batteriologica. Per il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, intervenuto martedì 22 marzo a L'aria che tira, il programma condotto da Myrta Merlino su La7, il Cremlino ha davanti a sé due strade. 

 

"La prima è aumentare la potenza di fuoco e il numero di profughi che si riversano in Europa, siamo a più di dieci milioni" spiega il giornalista. Insomma, aumentare la pressione militare sull'Ucraina e ricevere in tutta probabilità nuove pesanti sanzioni. "Per farlo però Putin dovrà ricorrere alla leva generalizzata", perché è a corto di soldati. Poi c'è un secondo scenario, che Molinari prevede sarà al centro del prossimo consiglio Nato del 24 marzo, "È quello che Putin decida l'escalation. Gli Stati Uniti ritengono, in virtù di quel telefono rosso che rimane attivo tra le due strutture militari, che non c'è il rischio di una azione nucleare ma il rischio è che i russi ripropongano in Ucraina quanto fatto in Siria". 

 

Il giornalista teme che i russi "usino le armi chimiche per aggredire la controparte, fiaccarla e arrivare a un momento in cui è talmente terrorizzata da fuggire". Ma resta la domanda: come reagirebbe la Nato davanti a questo? "I paesi o più vicini  come Polonia Repubblica Ceca spingono per una posizione molto netta. Qesto è il bivio in cui ci troviamo", spiega Molinari. 

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