Dietrofront della Rai, i giornalisti torneranno in Russia: bomba di Di Bella in diretta. Anche Marc Innaro?
La Rai sta lavorando per far tornare i giornalisti in Russia. A dirlo è Antonio Di Bella durante la trasmissione Mezz'ora in più, domenica 20 marzo. Il direttore di Rai Day Time lo ha riferito durante l'intervista sulla guerra in Ucraina a Nicolai Lilin, scrittore italiano di origine russa che ha scritto recentemente una biografia di Vladimi Putin. L'autore di Educazione siberiana durante il programma ha criticato la scelta della Rai di far tornare in Italia inviati e corrispondenti in Russia dopo la stretta di Mosca sull'informazione. Una mosssa che ha sollevato numerose critiche e una polemica esplosiva in seno al servizio pubblico, che ora "sta lavorando per far tornare i giornalisti in Russia", dice Di Bella con Lucia Annunziata, che in realtà appare spiazzata e afferma di non esserne al corrente in quanto "non interna Rai".
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L'indiscrezione di Di Bella segue la ribellione interna alla Rai dopo le polemiche degli scorsi giorni per la decisione di sospendere i collegamenti con i corrispondenti esteri in Russia ed in particolare con Marc Innaro, finito nell’occhio del ciclone per alcune frasi non gradite a tutti all’interno della tv di Stato. Il veterano a capo della sede moscovita della Rai aveva fatto storcere il naso a molti nei primi giorni del conflitto per il fatto di riportare le posizioni ufficiali del Cremlino su Donbass, ruolo della nato e via dicendo.
Guerra in Ucraina, la Rai porta via gli inviati dalla Russia
Nel frattempo i corrispondenti esteri della Rai, in una nota diffusa dall’Usigrai, hanno invitato l’azienda guidato da Carlo Fuortes a cambiare rotta: “Da quasi tre settimane l'azienda ha deciso di sospendere le corrispondenze dalla sede di Mosca. Una decisione inizialmente cautelare, dovuta all'entrata in vigore sul territorio della Federazione Russa di nuove norme che restringevano fortemente le libertà di stampa per chiunque operasse nel settore dell’informazione in lingua russa. La condanna dei corrispondenti esteri verso queste decisioni limitative delle libertà di espressione nella Federazione Russa è e resta senza riserve. Ma con il passare dei giorni la decisione aziendale di fermare la produzione informativa dalla sede di Mosca appare non più giustificata dai fatti. Tutti i principali network internazionali hanno ripreso il flusso informativo da Mosca con i propri corrispondenti o con i propri inviati”, si legge nella lettera. Che forse ha colpito nel segno.