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Armi, energia, edilizia post-bellica e merci: la guerra diventa un business per la mafia

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Dalla ricostruzione post bellica in Ucraina arriveranno nuovi introiti per le mafie. Non esiste, nel settore dell’edilizia, una stima ufficiale di quale sia, ad ora, il giro d’affari della criminalità organizzata, per la mancata cooperazione degli stati interessati si stima un +7% pari a poco meno di un miliardo. Ma secondo uno studio dell’agenzia di comunicazione di Klaus Davi, che sta realizzando una inchiesta sui fatturati di guerra in quei territori, la 'ndrangheta guadagnerà anche grazie agli investimenti finanziari ‘legali’ con un +5% di introiti stimabili attorno ai 2 miliardi di euro. 

 

Anche il business dell’energia (gas, oleodotti) frutterà molti soldi alle mafie, in una quantità stimabile attorno ai 2 miliardi di euro e un netto incremento nel settore specifico del 12%. Secondo gli analisti, le mafie avranno anche un ruolo centrale nel dopo guerra e la ricostruzione. La ’ndrangheta sarà l’organizzazione criminale che trarrà maggior vantaggi dalla ricostruzione nelle zone di guerra sia a quelle che rimarranno sotto l’influenza ucraina che russa. Secondo lo studio mafia, ’ndrangheta e camorra sono già presenti in quei territori da decenni e coglieranno l’opportunità della ricostruzione con l’edilizia, ma anche la ristorazione e il food dove è particolarmente attiva la cosca Piromalli e traffico di droga controllato dalle cosche Mancuso di Vibo e di Plati. 

 

 

«Le mafie sono già attive - osserva Klaus Davi - come dimostrano diverse indagini di varie Procure della Repubblica. Le cosche Nirta Strangio di San Luca, le cosche Pesce Bellocco di Rosarno, le cosche della Ionica e Reggine sono le più forti nelle relazione con le mafie orientali essendosi insediate della ex DDR fin dagli Anni ’90. Le mafie sono tradizionalmente alleate con le mafie balcaniche e dell’est come dimostrano diverse indagini e la piattaforma di questi collegamenti è Milano dove diverse indagini hanno dimostrato i contatti fra i De Stefano di Reggio Calabria e la mafia balcanica». Proprio di recente Nicola Gratteri ha ammonito: «Grazie alla guerra la compravendita di armi le mafie si garantiranno l’approvvigionamento di armi e le rivenderanno a prezzi discount guadagnando cifre notevoli perché le mafie italiane non hanno problemi ad attingere a questi mercati».

 

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