Addio al Cts ma non a Locatelli e Brusaferro. Nuovo ruolo dopo l'emergenza, la richiesta di Draghi
Dopo due anni di pandemia il primo aprile verrà ufficialmente sciolto il Comitato tecnico scientifico che ha supportato il governo prima di Giuseppe Conte, poi di Mario Draghi nella lotta al Covid. Addio al Cts, dunque, ma non i suoi uomini al vertice che restano come consulenti dell'esecutivo. A chiederlo a Silvio Brusaferro e Franco Locatelli è stato lo stesso premier.
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"Con il venir meno del Comitato tecnico scientifico, la cui esistenza era legata allo stato di emergenza, è stata chiesta alle due figure istituzionali - quindi a me come presidente del Consiglio superiore di sanità e al presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro - la disponibilità di poter eventualmente essere consultati" ha annunciato il presidente del Consiglio superiore di Sanità (Css) e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli che ha riferito della volontà di Draghi, ma anche del ministro della Salute, Roberto Speranza, di continuare con una funzione consultiva. Anche in futuro, dunque, "semmai si porrà questa evenienza, per me sarà ancora un privilegio contribuire a fornire valutazioni tecnico scientifiche", conclude Locatelli.
Spiegando i provvedimenti che dal 31 marzo prossimo vedranno cadere lo stato d'emergenza e l'inizio di una road map che vedrà l'abolizione, tra il primo aprile e il primo maggio, di green pass e obbligo vaccinale, Draghi aveva espresso il suo apprezzamento per l'operato del Comitato: "A fine marzo termina lo stato di emergenza e scioglieremo il Cts. A nome del governo vorrei ringraziare il professor Locatelli e il professor Brusaferro e tutti i componenti del Cts che hanno dato un supporto straordinario e psicologico anche per poter dire che le decisioni sono state prese sulla base della scienza. Questo è un aspetto essenziale per chi prende le decisioni e vota in Parlamento", aveva detto il premier che "tiene" i due esperti.