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Oligarchi russi, gli yacht con mosaici d'oro e nemo room. Parla l'ingegnere che ha progettato le navi congelate

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Valeria Di Corrado
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«I russi sfoggiano la loro grandeur attraverso gli yacht. Il lusso che ostentano sul mare serve per impressionare gli ospiti, durante le vacanze e negli incontri di lavoro. È una dimostrazione del loro potere economico».

L’ingegnere Carlo Nuvolari, fondatore con il collega Dan Lenard dell’omonimo studio progettuale veneziano, ha disegnato «LadyM»: lo yacht di oltre 60 metri e del valore di 65 milioni di euro «congelato» lo scorso 4 marzo nel porto di Imperia dalla Guardia di Finanza, sulla base delle sanzioni imposte dall’Ue agli oligarchi filo-Putin. «Lady M», infatti, appartiene ad Alexey Mordashov, presidente di Severgroup (colosso siderurgico russo) e inserito nella black-list. È di Mordashov anche «Nord», tra i più grandi panfili al mondo con i suoi 142 metri di lunghezza, costato oltre 500 milioni di euro e progettato sempre dallo studio «Nuvolari Lenard». Ha 20 cabine, un cinema, diverse piscine, 5 ponti (su uno poggia un elicottero) e un sommergibile per le gite. Ora si aggira nell’Oceano Indiano, probabilmente per sfuggire ai provvedimenti giudiziari dei governi europei. Nuvolari ha disegnato anche «Alfa Nero», un altro yacht a rischio "congelamento": lungo 82 metri, è stato comprato dal «signore dei fertilizzanti» Andrey Guryev, ad di PhosAgro, inserito nella lista nera dell’Ue dal 9 marzo. Fino al 3 marzo «Alfa Nero» stava alle Antille olandesi.
 

Ci parli di «Lady M».
«Ha avuto un incredibile successo nel mondo dello yachting, non solo per le sue linee inconfondibili - tirate e aggressive - ma anche perché è una nave molto performante, interamente in alluminio: riesce a raggiungere i 28 nodi di velocità. Sono prestazioni eccezionali per un’imbarcazione di quella stazza. È arredata con mobili di grande gusto e stoffe italiane».
 

«Alfa Nero» è stato commissionato da Guryev?
«No. L’avevamo disegnato per un armatore greco, un moderno Onassis, che poi l’ha rivenduto. È famoso perché il suo stile è diventato oggi un trend riconosciuto: la piscina a poppa dà l’illusione di fare il bagno in mare».
 

È stato noleggiato in questi anni anche dalla coppia di cantanti Beyoncè e Jay Z e dal magnate americano Bill Gates. È usuale?
«Sì, il charter fa parte del mercato dello yachting. Queste navi vengono usate al massimo 3-4 mesi l’anno dai loro proprietari, ma hanno bisogno di restare sempre in funzione per mantenerne l’efficienza, per questo si decide di affittarle, anche se a cifre astronomiche. Nel caso di Alfa Nero si arriva a circa 900mila euro a settimana».
Quali sono le richieste più bizzarre dei suoi clienti russi?
«Si distinguono per il loro desiderio di apparire. Sono alla ricerca di cose estrose: il bagno turco, per esempio, lo vogliono rivestito con mosaici d’oro. Tutto è spinto all’eccesso. Un cliente russo mi ha chiesto di realizzare una "Nemo room": una stanza sotto il livello del mare fatta di grandi finestre da cui gli ospiti possono osservare seduti in poltrona il fondale marino e i pesci; anche di notte, grazie a dei fari puntati verso l’acqua. Un altro, ossessionato dalla sicurezza, ha voluto una "Panic room": una cabina segreta con le paratie blindate a prova di proiettile. Gli americani, per esempio, sono più sobri e pratici. Una volta una mia cliente di Mosca, a nave finita, mi ha detto: "Forse abbiamo fatto un errore: dovevamo mettere più oro"».

 


Qual è la cifra stilistica comune di questi yacht?
«La sfida progettuale è che il flusso dell’equipaggio non si incroci con quello degli armatori e dei loro ospiti. Come nelle ville seicentesche, hanno delle scale e delle stanze usate solo dal personale di servizio, che può contare dai 30 ai 50 membri».

Quanto può costare tenere «congelate» queste navi?
«Tra equipaggio, porto e consumi energetici, le spese di esercizio ammontano al 5% l’anno del valore dell’imbarcazione. Non sono come delle auto, non basta chiuderle in garage. Immagino che i russi faranno battaglie legali feroci per riprendersele». 
 

Ora c’è la corsa a spostare questi yacht altrove.
«La scorsa settimana ero alla fiera di Dubai e ho visto arrivare molti yacht russi. Lo considerano un rifugio sicuro. Normalmente, invece, d’estate si aggirano tra la Sardegna e la Costa Azzurra, mentre d’inverno vanno ai Caraibi».

 

 

 

 

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