Le mutazioni possono mettere fuori gioco il vaccino Covid. Giorgio Palù: serve una task force come in Uk
Il Covid-19 ha subito migliaia di mutazioni da quando è stato isolato in Cina. E una variante potrebbe anche rendere inefficace il vaccino. Il presidente dell’Aifa Agenzia nazionale del farmaco, Giorgio Palù, in una intervista al quotidiano Avvenire, fa il punto sul contrasto al coronavirus.
"Anche se meno di altri virus, Sars-CoV2 muta. Pur avendo un enzima capace di correggere le mutazioni, nondimeno ha subito migliaia di mutazioni da Wuhan a oggi. Questo avviene perché come tutti i virus replica molto velocemente (alcune ore) e quindi il suo enzima replicativo (Rna polimerasi) commette degli errori nell'incorporazione dei nucleotidi; quanto più un'infezione è persistente, evento frequente nei soggetti immunodepressi, tanto più le mutazioni si accumulano", spiega Palù che sulla possibilità che un mutante possa mettere fuori gioco il vaccino dichiara: "Non si può escludere, anche se finora non c'è prova di tale evento né rispetto a Pfizer né rispetto a Moderna. Resta la possibilità che la pressione degli anticorpi nei soggetti vaccinati selezioni un mutante 'escape' con sostituzione di uno o più amminoacidi nella proteina spike che sfugga al controllo della risposta immunitaria. Una di queste mutazioni potrebbe comportare anche l'acquisizione di un nuovo sito di glicosilazione, con rivestimento della proteina stessa da parte di una molecola di zucchero che nasconde il virus al riconoscimento degli anticorpi".
Quindi sottolinea che l’Alfa "ha costituito una commissione di esperti che curerà la sorveglianza attiva e passiva per la vaccinazione anti Covid-19 in collaborazione col Ssn e le reti informatiche regionali. Si occuperà inoltre di monitoraggio immunologico dei soggetti vaccinati e dell’analisi dell’evoluzione di Sars-CoV-2 mediante sequenziamento del genoma virale, in quanto il virus, sotto pressione selettiva degli anticorpi indotti dal vaccino, potrebbe mutare".
"Oltre al monitoraggio sarebbe oltremodo opportuno, come hanno fatto i britannici col consorzio Artic, creare una task force che sequenzi il genoma virale e si scambi rapidamente le informazioni sulla base di un’anagrafe vaccinale corredata da dati clinici e immunologici. I britannici hanno già depositato in banca dati le sequenze di oltre 60mila genomi virali mentre noi solamente un migliaio".
Il presidente dell’Agenzia nazionale del farmaco smentisce poi che un vaccino a Rna possa modificare il Dna umano: "L’Rna messaggero utilizzato codifica la sintesi della proteina spike di SarsCoV 2 stimolando nella persona vaccinata la produzione di anticorpi neutralizzanti il virus. L’mRna virale viene modificato sostituendo alcuni nucleotidi, allo scopo di impedire reazioni infiammatorie e un’immediata degradazione, ma resta una molecola che non si integra nel genoma e che circola nel citoplasma e non nel nucleo cellulare; inoltre, pure essendo modificato per resistere alla degradazione, esso ha una vita limitata. In altre parole la possibilità che alteri il genoma umano non esiste, né per il vaccino Pfizer né per Moderna".