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Vaccini, Galli: "In Germania 30 milioni di dosi? I furbetti sono loro"

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«La Germania ha comprato 30 milioni di dosi di vaccino? Come minimo inelegante. Ma non eravamo noi i furbetti?». Il professor Massimo Galli, responsabile del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, commenta così le notizie relative all’acquisto di 30 milioni di dosi di vaccino Pfizer da parte della Germania.

«Non è una procedura né corretta né gradevole da sentire, sull’unità europea nella gestione del problema avevamo fatto conto. Sarebbe stato più corretto se si fossero mossi con tutta l’Unione», dice a Stasera Italia. Galli ha ricevuto la prima dose di vaccino nel v-day. «Zero effetti collaterali, non mi ricordo nemmeno più dove l’ho fatto il vaccino. Avevo un po' di curiosità, tra i dati pubblicati su una grande rivista c’era una notevole quantità di persone che affermava di aver sentito dolore in sede di inoculo. Per me è stato assai meno fastidioso di quello dell’influenza che faccio ogni anno e che mi dà poco fastidio. Francamente, non un’esperienza eroica, mettiamola così», aggiunge.

Il vaccino dovrebbe essere obbligatorio per medici e infermieri? «Chi non si vaccina in ambito sanitario deve fortemente interrogarsi non solo sulla scelta rispetto al vaccino ma sulla scelta rispetto al lavoro che fa. Un atteggiamento di rifiuto del vaccino non è compatibile con questo mestiere: se non ti vaccini, cambi lavoro», dice Galli. «Questo fenomeno esiste, la percentuale di medici e infermieri che si vaccina regolarmente per l’influenza è inferiore al necessario. In questo caso, il vaccino significa dare protezione ai pazienti: in questo non si porta in corsia o nella Rsa un’infezione come il covid. È palese che molte volte, in modo inconsapevole e incolpevole, a portare l’infezione nelle Rsa sia stato il personale. Chi fa certi lavori deve avere l’obbligo morale di vaccinarsi e deve avere la capacità di informarsi e capire come stanno le cose», ribadisce.

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