Anche dopo il vaccino dovremo portare la mascherina. L'immunologo Le Foche gela tutti a Domenica In
Il professore Francesco Le Foche, immunologo clinico, nella puntata di domenica 27 dicembre di “Domenica In”, il talk festivo ha risposto a tutte le domande sul Vax day: “Chi deve vaccinarsi, come e quando funziona il vaccino contro il Covid-19. Sì anche per i soggetti allergici”.
Mara Venier accoglie con entusiasmo il professor Le Foche nel giorno del Vax Day e l’illustre immunologo parte con il piede sull’acceleratore: “E’ un giorno bellissimo, potremmo paragonarlo a quando Edward Jenner nel 1796 diede inizio all’epopea delle vaccinazioni. Per la prima volta siamo di fronte a una condizione pandemica per la quale abbiamo un vaccino sicuro che immunizza e funziona e che ci porterà, insieme ad altre condizioni, all’immunità di gregge. Come ha detto il commissario Arcuri su 48-50 milioni di persone arriveremo all’immunità solidale nei prossimi mesi. Il vaccino è etico e deontologico, dobbiamo vaccinarci per proteggere chi non può farlo per altre patologie gravi. Questo vaccino è una nuova luce per l’umanità, ci siamo affidati alla scienza e questa risponde”.
Mara Venier va sul concreto e pone 5 domande fondamentali partendo da quando il vaccino contro il Covid-19 inizia a fare effetto. Le Foche spiega: “Il vaccino contro il Sars Cov2 non ha effetto immediato. Ci sarà una prima dose, dopo le prime tre settimane una seconda dose e dopo 7 giorni dalla seconda dose ci sarà l’immunità. A questo punto, abbiamo ancora il dovere di stare attenti e portare la mascherina perché quasi certamente non saremo infettivi per noi stessi, ma non sappiamo ancora con certezza se possiamo essere ancora portatori del virus e dunque infettare. Finché non abbiamo questa certezza di non poterlo trasmettere nonostante il virus dobbiamo mantenere le precauzioni, quasi certamente non saremo più vettori, ma non è ancora dimostrato scientificamente”.
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La Venier pone altri due quesiti fondamentali: “Una donna in gravidanza può vaccinarsi? E da che età si può fare?”, “Non ci sono studi in merito. Se la donna incita è diabetica, ipertesi obesa o ha dei rischi particolari importanti può comunque vaccinarsi. Non sembrano esserci rischi in base agli studi sugli animali, ma non ci sono nemmeno studi certi. La donna incinta deve rivolgersi al suo medico di fiducia per valutare se è il caso di vaccinarsi o no. Il vaccino si può fare solo dai 16 anni in su perché il sistema immunitario dei bambini da 0 a 6 anni è maturo, ma sono meno a rischio, tuttavia non ci sono studi in merito, mentre dall’età puberale il sistema immunitario è praticamente identico a quello di un adulto. Gli studi sono stati sviluppati dai 16 anni in su. I bambini e i ragazzi fino a 16 anni hanno dimostrato di non avere una patologia da Covid importante e così si è deciso di concentrarsi in una fascia adulta più alta”.
L’immunologo risponde anche agli scettici del vaccino: “I medici e gli operatori sanitari hanno un dovere deontologico a vaccinarsi e piano piano credo che tutti si stiano sensibilizzando sul tema. Noi sappiamo che questo è un filo di RNA messaggero cioè da un messaggio: ha copiato l’informazione dal materiale genetico del virus e viene immesso nel citoplasma di un’altra cellula dove ci sono dei piccolo organelli che producono la proteina spike che stimola il sistema immunitario a produrre gli anticorpi. Quello che sappiamo per certo che il virus non va all’interno del nucleo, non altera il nostro materiale genetico, ma produce un’immunità contro questo Coronavirus che è il nemico da combattere. Il vaccino non va imposto, ma bisogna sensibilizzare le persone”.
Il professore svela un particolare mai detto finora: “La gente deve sapere che questo non è un vaccino come gli altri. I primi due vaccini sono delle piattaforme vaccinali che potrebbero riformare subito un nuovo vaccino se il virus cambiasse. Cioè in tre settimane, massimo un mese, noi potremmo cambiare il vaccino se ce ne fosse bisogno. Sono delle piattaforme fatte con la sofisticatissima tecnica dell’RNA. Era impensabile fino a pochi mesi fa, ma tutto è stato fatto con sicurezza. immettiamo una sostanza in un soggetto sano quindi il primo impatto è non nuocere alla persona”. Mara Venier osserva che in America sono state già somministrate dosi a un milione di persone e qualcuno ha sofferto di reazioni allergiche, ma Le Foche fa chiarezza: “Parliamo di questi piccoli casi. Chi le ha avute andava già in giro con l’adrenalina cioè aveva già avuto reazioni allergiche importantissime e nonostante questo hanno superato la fase. Il vaccino non è affatto sconsigliato ai soggetti allergici, diciamolo in modo chiaro. Chi ha allergie alimentari può farlo, chi ha avuto quelle respiratorie o gravissime a farmaci e alimenti deve essere tutelato un po’ di più. Dobbiamo vedere caso per caso magari anche con una premedicazione. Dobbiamo dividerei vari casi. Ma il vaccino non è assolutamente sconsigliato nemmeno a chi ha patologie inalatorie”.
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Infine, la Venier chiede: “Chi ha avuto il Covid deve vaccinarsi? E gli anticorpi monoclonali? Esiste un farmaco inglese che azzererebbe il virus in poche ore” e Le Foche: “Saranno gli ultimi. Avranno una dose perché il sistema immunitario è stato già stimolato, sarà un richiamo. Ma solo tra diversi mesi decideremo se chi è stato contagiato avrà una o due dosi. Per quanto riguarda gli anticorpi monoclonali, posso dire che sono molto utili nelle prime fasi della malattia. E possono essere somministrati a livello domiciliare, quindi si eviterebbe la percentuale di ospedalizzazione. E’ un farmaco salva vita o anche di prevenzione. Questi anticorpi sono di varie industrie e credo che intorno a febbraio-marzo ci sarà anche l’autorizzazione dell’Ena e dell’Aifa a utilizzarli. Gli anticorpi monoclonali, che sono un’immunoterapia passiva, uniti al vaccino, immunoterapia attiva, dovrebbero mettere fine a questa pandemia. Quando? I punti fondamentali sono tre: il territorio, il vaccino e gli anticorpi. Oggi non dobbiamo chiudere il territorio perché non siamo ancora all’immunità di gregge, serve prudenza e cognizione di mantenere un comportamento congruo per non danneggiare gli altri. Attenzione e responsabilità e piano, piano arriveremo alla fine”.