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L'Aria che Tira, Maria Giovanna Maglie interroga Matteo Bassetti sul vaccino: le tre domande scomode

Giada Oricchio
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La verità sul vaccino per il Covid-19? Matteo Bassetti, direttore del Reparto Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, risponde a tutte le domande di Maria Giovanna Maglie a “L’Aria che Tira”, il talk sull’attualità condotto da Myrta Merlino ogni giorno su LA7.

Nella diretta di mercoledì 23 dicembre di “L’Aria che Tira”, l’infettivologo Matteo Bassetti ha spiegato a Myrta Merlino, promotrice di una convincente campagna a favore del vaccino in vista del vax day del 27 dicembre: “Io sarò il primo a vaccinarmi e sono convinto di farlo. E’ importante come esempio dopo quello che abbiamo passato negli ultimi 10 mesi. Chi lavora in ospedale ha il dovere di vaccinarsi e chi non lo fa non è degno di fare il medico o il sanitario, dobbiamo dirlo forte e chiaro. Al San Martino, la prima sarà un’infermiera, è stata una scelta perché le donne sono la colonna della nostra sanità, anzi della vita. La medicina è donna e il futuro della medicina è sempre più donna”.

La conduttrice chiede a Maria Giovanna Maglie, ospite in collegamento, se si vaccinerà tranquilla e la giornalista risponde ponendo tre domande fondamentali: “No, non mi vaccino tranquilla. Ho dubbi logici che giro al dottor Bassetti: la gente si chiede come mai servono tanti anni per un vaccino e ora si è fatto subito? Si dileggiava Trump quando lo diceva. Poi qual è la copertura e il tempo, cioè quanto tempo ci vuole per l’immunizzazione? E terza cosa: per quale ragione non abbiamo spinto sugli anticorpi monoclonali?”.

Il professor Bassetti risponde punto per punto: “Abbiamo corso rispetto al passato per la situazione di emergenza, però più che alla rapidità dobbiamo guardare il come e il quanto. Abbiamo seguito tutte le fasi? Sì. Il numero di pazienti della sperimentazione è adeguato e consono? Sì, sono stati oltre 40.000. Le garanzie di un processo metodico e scientifico ci sono, è chiaro che si è andati più veloci per l’emergenza. Il vaccino non dura più di un anno, un po’ come quello dell’influenza, quindi dovrà essere rifatto e servirà una dose di richiamo. La copertura è quasi immediata, pochi giorni dopo la prima dose, circa una settimana si deve fare quella di richiamo e si dovrebbe essere coperti cioè in grado di difenderci dalla malattia grave e soprattutto dall’infezione che significa che una volta raggiunta la copertura del 70% della popolazione, saremo all’immunità di gregge e potremmo levarci la mascherina tornando così a una vita normale. E sugli anticorpi: possono essere una terapia di supporto perché sono molto costosi”.

In merito alla variante inglese del Covid-19, il professor Matteo Bassetti, come alcuni colleghi, è durissimo con la Gran Bretagna: “Questa storia della variante inglese del Covid-19 è incredibile, ha portato un gran scompiglio per nulla. I ricercatori che sono dotati di risorse e laboratori che noi ci sogniamo hanno isolato questa mutazione e lo hanno comunicato proprio il giorno in cui si annunciava il vaccino. La comunicazione è stata devastante e perdente perché ora i pazienti mi chiedono: è efficace? Funziona? Si tratta di una variante piccola della proteina spike che rende il virus più contagioso del 70%, ma non è più aggressivo e letale, vorrei capire perché tanto rumore per nulla. Non è un virus inglese, è una modifica identificata in Gran Bretagna, quindi non capisco questa storia di chiudere i voli e bloccare i nostri connazionali per Natale. Bisogna ascoltare di più la scienza che i politici. Hanno dato un’informazione sbagliata che ha gettato l’Europa nello scompiglio”.

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