La bomba sull'Unione europea: "Ha ordinato pochi vaccini, così il piano salta"
Bomba del settimanale tedesco Der Spiegel che in un'inchiesta denuncia ritardi ed errori che possono compromettere l'efficacia della campagna vaccinale contro il Covid. Secondo il giornale, la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen avrebbe ordinato deliberatamente poche fiale di vaccino da Pfizer/Biontech e da Moderna per non recare svantaggio alle aziende farmaceutiche concorrenti, in particolare per non penalizzare la Sanofi, le cui dosi saranno pronte tra vari mesi.
Non solo, per Der Spiegel la Ue avrebbe potuto ordinare quantitativi maggiori di vaccini che sarebbero stati disponibili prima dei concorrenti. Tra l'altro il vaccino di cui stiamo parlando è il primo disponibile ed è quello che inizierà ad essere somministrato in Italia dal 27 dicembre.
Secondo la rivista tedesca i piani rischiano di saltare in tutti i paesi, perché non ci saranno dosi sufficienti a fare in modo che l’intera campagna venga conclusa prima del prossimo autunno.
Non è un caso che il piano vaccini del commissario all’emergenza Domenico Arcuri preveda che le somministrazioni dei vaccini (in totale 202 milioni di dosi) proseguano anche nel prossimo autunno. Ma Roma non è sola con i problemi, che riguardano anche chi ha già belli e pronti 410 centri per la vaccinazione sparsi in tutto il territorio, come la Germania.
Ancora un mese fa, il ministro della Salute tedesco: "Se la situazione resta quella attuale, non vi saranno dosi sufficienti per avere in pugno la pandemia prima dell’arrivo del prossimo autunno”, denuncia il settimanale di Amburgo. Perché "l'Unione Europea ha palesemente acquistato i vaccini troppo tardi, in quantità troppo esigua e in alcuni casi da produttori sbagliati. E ha con tutta evidenza rifiutato centinaia di milioni di dosi che adesso mancano”.
Sempre lo Spiegel, una decina di giorni fa, aveva spiegato in Germania sarebbero arrivate da 3 a 4 milioni di dosi entro fine gennaio, ovvero da 1,5 a 2 milioni di persone (due somministrazioni). Troppo poco per mettere subito al sicuro le categorie di persone più esposte e più a rischio.
L'Unione Europea ha prenotato 1,3 miliardi di dosi da 6 produttori. Ma all'inizio, anche in Italia, arriveranno solo quelle Pfizer/biontech e Moderna. AstraZeneca deve effettuare ulteriori test, la francese Sanofi e la tedesca CureVac sono in ritardo. Solo Johnson&Johnson dovrebbe essere pronta da marzo.
Ed ecco l'accusa dello Spiegel. Quando ha preparato i contratto, Bruxelles era a conoscenza che Pfizer e Moderna erano più avanti nella sperimentazione, perché quindi non privilegiare inizialmente queste due case farmaceutiche puntando invece su quelle maggiormente in ritardo? L'Europa avrebbe rinunciato a 400 milioni di dosi subito disponibili solo per non scontentare gli altri produttori.