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Niente miracolo di San Gennaro, il sangue non si è sciolto

Angela Di Pietro
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Niente da fare, il sangue di San Gennaro non s' è sciolto neanche ieri sera alle 18,30, in occasione della messa celebrata dal cardinale Crescenzio Sepe. Quello delle 18,30 era il terzo tentativo della giornata, dopo che l'ampolla era stata tirata fuori dalla teca della cappella di San Gennaro del duomo di Napoli sia alle 9 che alle 16,30. San Gennaro non ha fatto il miracolo, confermando l'aria nefasta che contraddistingue l'anno in corso, infestato da pandemia e crisi economica. Il cardinale, intuito il panico dilagato tra i napoletani, ha cercato in qualche modo di rassicurare i presenti. «Vogliamo fare un atto di vera e profonda devozione al Santo Gennaro perché uniti nel suo nome - ha detto - ma anche se il sangue non si scioglie, non significa chissà cosa». Il cardinale ha preso in mano il contenitore del sangue e prima di impartire la sua benedizione ha aggiunto: «È tutto scritto nel cuore di Dio e di Gennaro».

Il miracolo «mancato» non si verifica dal 2016. E dire che nelle due precedenti occasioni del 2020 (sono tre quelle in cui il sangue si scioglie) San Gennaro aveva confortato i credenti. Missione compiuta sia il 2 maggio sia il 19 settembre, in corrispondenza con la celebrazione della festa del Santo. E tuttavia ieri, terzo e decisivo appuntamento con il «miracolo laico» ha rilasciato il tremore di un'ansia generalizzata. Il sangue del patrono di Napoli considerato una specie di totem urbano. La fluidificazione è associata a un mes saggio beneaugurante fin dal 1389. Quando essa non si verificata, qualcosa di spiacevole è sempre successo. Nel 1939, per esempio, ha segnalato l'avvio della seconda guerra mondiale. Nel 1943 l'occupazione nazista. Nel 1973 l'epidemia di colera. Nel 1980, il terremoto. Insomma, cosa vuol dirci San Gennaro non permettendo al suo sangue di liquefarsi? Il suo è un monito o un'annunciazione, tanto per citare un refrain della «Smorfia» di Massimo Troisi? Ieri mattina, a dare l'infausta notizia era stato l'abate della cappella di San Gennaro Vincenzo De Gregorio, assicurando che il sangue era rimasto solido. La notizia si era diffusa tra i vicoli e fino alla cima del Vesuvio, oltrepassando i confini regionali. E vero che i napoletani credono ma senza fanatismi, ma è altrettanto vero che purtroppo le coincidenze non hanno che avvalorato la tesi secondo la quale il sangue solido non «por ta bene».

È vero che quest' anno il rituale ha subito un'importante variazione, essendo esportato al duomo dopo essere stato ripetuto infinite volte nella cappella in cui viene conservato. Le restrizioni anti-covid hanno reso impossibile la celebrazione in un ambiente tanto piccolo, ecco il motivo del cambio di sede. E adesso che si fa? Si aspetta il cataclisma? A sentire Sepe non c'è da preoccuparsi. E c'è un'altra ipotesi: San Gennaro avrebbe voluto solo voler confermare che in Italia (e in Campania) tira una brutta aria. In poche parole il mancato miracolo sarebbe l'avallo di una cronaca già scritta e non l'annuncio di una precipitazione degli eventi. Le curiosità: sapete come è arrivato il sangue di San Gennaro alla Chiesa? Pare che una donna abbia inserito in due ampolle la sostanza ematica del martire ucciso, probabilmente donandola a un vescovo. La leggenda si mischia alle verità storiche.

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