Minacce Br a Report, la verità esplosiva è un'altra. Sassata alla Rai: "Perché l'ex brigatista Maurizio Iannelli lavora in Rai"
"La solidarietà pelosa della Rai per le minacce Br a Report: ma il capo brigatista Iannelli chi lo fa lavorare?" si chiede il giornalista Guido Paglia su Sassate.it lanciando la vera bomba dopo il caso di Report. La trasmissione di inchiesta giornalistica condotta da Sigfrido Ranucci ha comunicato di aver ricevuto una lettera minatoria con il simbolo delle nuove Brigate Rosse. Martedì scorso in redazione è arrivato un foglio a quadretti scritto in stampatello con caratteri prestampati e in alto in pennarello la stella a cinque punte, la sigla dell'organizzazione terroristica. "Peccato che nessuno, all’interno e all’esterno della Rai - denuncia il giornalista - si sia mai minimamente preoccupato del fatto che con l’azienda collabori da parecchio uno dei capi della colonna romana delle BR, quelle vere, il terrorista Maurizio Iannelli. 68 anni, mai dissociato o pentito, fu condannato all’ergastolo sia al processo Moro-bis, che al termine del Moro ter".
Paglia sottolinea i messaggi di costernazione interni di viale Mazzini per l’episodio contro Report, che giustamente lo stesso Sigfrido Ranucci definisce un atto proveniente da “imbecilli”. E ancora: "FNSI e l’USIGRAI sono sono subito pronte a stracciarsi le vesti" scrive il giornalista che però evidenzia anche che "poco importa che la lettera anonima sia stata scritta con un semplice normografo e la sigla vergata con un volgare pennarello".
Clamoroso e vergognoso? "Ora, malgrado appunto Iannelli non abbia mai dato segni di aver ripudiato la scelta della lotta armata, è ugualmente in libertà. E pagato per la sua nuova attività di regista televisivo del programma di Rai Tre “Amore criminale” - denuncia Paglia - anche attraverso quel canone versato dai parenti delle vittime sue e dei suoi compagni assassini". Poi l'affondo: "Complimenti a lui, a sua moglie Matilde D’Errico (autrice di questo e di altri programmi Rai) e naturalmente ai dirigenti che non si sono fatti sfuggire una simile risorsa “pregiata”. In un’azienda, oltretutto, dove chiunque fa fatica a riuscire a collaborare a causa dei rigidi vincoli sulla “prima utilizzazione”. Ma già, se vieni da sinistra, anche se sei un terrorista biergastolano non pentito, le porte di viale Mazzini sono sempre aperte".