"Uccidere? Come giocare alla Playstation"
«In quel momento non sentii nulla. Agivo come in un film visto e rivisto mille volte, come in un episodio vissuto e rivissuto, come davanti a un piatto mangiato e digerito mille volte. Ero stato addestrato dalla ’Ndrangheta a fare così, ad agire e basta. Non provai assolutamente nulla. Nessun sentimento. Era come se stessi giocando alla Playstation». Luigi Bonaventura, ex killer della mafia più potente del mondo, ripercorre nel libro di Klaus Davi "I Killer della 'Ndrangheta", pubblicato da Piemme, un omicidio commesso nel 1991 in cui uccise il membro di una cosca rivale dopo continui pedinamenti e appostamenti.
«Era una giornata di dicembre, eravamo in macchina. Avvistammo finalmente l’obiettivo. Mi feci lasciare a piedi. Mi fermai in una traversa strettissima dove lui non potesse vedermi, lo aspettai al varco e sparai. Quando mi vide a cinque metri impallidì. Gli sparai tre colpi e cadde a terra. Mi avvicinai e gli sparai altri due colpi di grazia alla nuca, avevo solo 20 anni. Avevo raggiunto il risultato. Si chiamava Rosario Virilio e aveva 51 anni. Tornai a casa da mio zio, lui capì e mi fece sedere a tavola» è il racconto di Bonaventura.
Secondo una stima del massmediologo contenuta nel volume, i morti ammazzati di ’Ndrangheta negli ultimi 70 anni sono oltre 15mila, sommando gli omicidi commessi in Italia, Germania, Canada, Svizzera, Francia, Inghilterra, Romania, Messico, Uruguay, Argentina, Paesi Bassi, Africa Occidentale, Colombia, Spagna, Slovacchia, Malta, Russia. Questi sono solo alcuni dei Paesi in cui sono presenti organizzazioni militari della mafia calabrese. Un dato "sommerso" poiché moltissimi di questi omicidi non sono direttamente attribuibili alle ’Ndrine ma vengono ’camuffatì con altri motivi ufficiali grazie anche alla complicità delle polizie locali.