Scontro sul Dpcm di Natale. I genitori potranno andare dai figli, anzi no
Nel giorno del nuovo vertice tra governo e Regioni sul Dpcm che dal 4 dicembre dovrà regolare il Natale degli italiani è ancora scontro sulle misure. Quanto trapela da maggioranza e enti locali dimostra che non c'è un piano condiviso per arginare i contagi del Covid-19 senza dare la mazzata definitiva all'economia e annientare feste e tradizioni degli italiani.
Ad esempio c'è il caso familiari, congiunti e affini. Secondo La Stampa il premier Giuseppe Conte e i ministri, anche i più in transigenti come Roberto Speranza, stanno cercando la formula per consentire gli spostamenti dei "parenti di primo grado": genitori, figli e nessun altro. "Per loro ci sarebbe una deroga, valida dal 20 dicembre al 7 gennaio, che gli permetterebbe di spostarsi liberamente", si legge sul quotidiano.
Per tutti gli altri spostamenti scatterebbe in quei giorni il divieto di allontanarsi dal proprio comune, con l'eccezione sempre valida per chi ha la residenza altrove, per chi deve lavorare o si sposta per ragioni di salute. Ma il divieto potrebbe riguardare solo i confini regionali.
Ma di zero deroghe sul coprifuoco - sempre alle 22 - e sul divieto di mobilità tra le regioni dal 20 dicembre al 6 gennaio parla ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Che pensa solo a una norma ad hoc per gli anziani soli, scrive Repubblica.
Sulle "raccomandazioni" che saranno contenute nel Dpcm che dovrà essere emanato entro il 3 dicembre è uno stillicidio di voci, come il tetto al numero degli ospiti consentiti in casa. Sulle chiusure si va verso lo stop per alberghi di montagna, impianti sciistici, confini alpini e seconde case.