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Brusaferro: "Il virus rallenta". Ma Rezza lo smentisce: ospedali soffrono ancora

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«Negli ultimi giorni la curva del numero dei casi comincia ad appiattirsi e rallenta la crescita dell’incidenza dell’epidemia». Così il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, durante la conferenza stampa al Ministero della Salute sull’emergenza Covid. «La probabilità di saturazione dei posti letto negli ospedali - aggiunge - si è un po' allontanata. Ci troviamo in una fase di rischio alto in tutto il Paese ma arrivano segnali di efficacia delle misure».

 

 

Ma non è ancora tempo per cantar vittoria. «Ormai praticamente in tutta Italia - spiega Brusaferro - sono state superate le soglie di rischio in terapia intensiva. Ci troviamo in una situazione in cui l’attività programmata per i bisogni di salute viene dilazionata per far fronte a questa domanda di assistenza per Covid. In questo momento vediamo ancora un’Italia monocolore, l’epidemia colpisce tutto il Paese». Poi il punto sull'età media dei contagiati che «lentamente cresce, si attesta intorno ai 70 anni, è ancora sotto le soglie raggiunte a marzo, ma in crescita». 

Decisamente più prudenti le parole di Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, che parla nella stessa conferenza stampa. «Se da una parte possiamo vedere uno spiraglio, dall’altra dobbiamo tenere duro. Gli indici dei posti letto e delle terapie intensive non sono positivi. Gli ospedali saranno in sofferenza ancora per settimane. Si conferma un rallentamento, ma con un’incidenza ancora molto elevata - rimarca - Siamo a oltre 700 casi per 100mila, quest’estate eravamo sui 10-15. Purtroppo anche con la diminuzione dell’Rt la sofferenza dei servizi sanitari durerà ancora».

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