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Dpcm, sciopero nazionale dei tassisti contro il governo: "Ridotti alla fame"

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E' partito alle 6 e durerà fino alle 22 lo sciopero nazionale proclamato dalle organizzazioni dei tassisti contro il nuovo Dpcm del governo. Hanno aderito le sigle Claai, Usb Taxi, Tam, OrSA Taxi, Unimpresa, Federtaxi Cisal, Uritaxi, Ati Taxi, Ugl Taxi, UnioneTassisti Italiana, Satam, Associazione Tutela Legale Taxi. I conducenti delle auto bianche si sono ritrovati a Roma per dei presidi di protesta davanti ai ministeri delle Finanze e dei Trasporti ma lo sciopero è scattato anche a Milano: "Con la pandemia non lavoriamo più, vogliamo aiuti economici seri".

"L'odierno sciopero nazionale dei taxi cominciato alle ore 8 trova le sue 'ragioni' nei tanti e piccoli problemi che la nostra categoria vive e subisce da diverso tempo. La pandemia ha acuito vecchi problemi e ne ha generati di nuovi". È il commento di Emilio Boccalini, presidente di Taxiblu 02.4040, che è "il più grande radiotaxi di Milano". "Non voglio fare la classifica delle città, perché ogni lavoratore, ogni collega ha pari dignità e purtroppo ha gli stessi problemi indipendentemente dalla città in cui lavora. Ma è chiaro - sottolinea - che queste problematiche in una città come Milano credo si percepiscano e amplifichino ancora di più perché ci colpiscono su diversi fronti. Pensiamo al fenomeno dell’abusivismo o anche a solo quanto le multinazionali che gestiscono certe piattaforme abbiano in questi anni più volte, in virtù anche di leggi con troppe zone grigie, provato a distruggere il nostro lavoro, infischiandosene delle regole. Il tutto in nome di una maggiore libertà, sbandierata da aziende estere che nemmeno pagavano le tasse in Italia. E poi è arrivato il 2020, con i problemi legati alla pandemia che ancora oggi si fanno più forti e spietati per chi come noi vive del contatto col pubblico e degli spostamenti. Da mesi non si vedono turisti a Milano", fa notare Boccalini.

"I voli dagli aeroporti sono praticamente al minimo così come i passeggeri che scelgono un taxi - prosegue Boccalini - clienti e lavoratori legati al mondo delle fiere, dei grandi eventi e businessmen non ne arrivano più. Così come la gente che lavora negli uffici della città. Sono mesi che richiediamo ad esempio di potenziare i voucher taxi destinati ai malati, agli anziani e alle categorie più in difficoltà. Ma non solo. Ci siamo offerti per portare gli studenti. Niente, nessun riscontro ci è mai arrivato in tal senso. Si è preferito 'stipare' questi ragazzi nei mezzi pubblici fino ad arrivare alla situazione odierna di Milano, con la zona 'rossa' e tutto quello che comporta". "Tutto questo è solo la punta dell'iceberg di problemi che investono la categoria, che oggi giustamente sciopera", conclude il presidente di Taxiblu 02.4040.

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