Stagione sciistica in bilico. E i gestori si organizzano da soli
La stagione sciistica è ormai alle porte, ma sulla modalità di riapertura degli impianti di risalita c’è ancora incertezza. Già, perché all’interno dell’ultimo Dpcm del 13 ottobre scorso, in cui vengono affrontati praticamente tutti gli aspetti della vita degli italiani, il Governo sembra essersi dimenticato di un pezzo importantissimo dell’economia del Paese: quello delle stazioni sciistiche italiane, praticamente mai menzionate nel documento. La mascherina dovrà essere indossata anche sulla seggiovia? Come fare per evitare che non si creino assembramenti ai tornelli degli impianti? Lo scaldacollo può essere considerato un dispositivo di protezione? Quante persone potranno salire sulle funivie? Tutte domande cui il Governo non ha ancora risposto, ma che per gli operatori del settore sono a questo punto dell’anno di vitale importanza. Così oggi – in piena emergenza sanitaria e con la stagione che sta per iniziare – i gestori delle piste da sci si trovano a galleggiare in uno strano limbo, divisi tra la speranza che il turismo invernale possa in qualche modo riprendersi e il timore che il silenzio governativo possa rivelarsi un cattivo presagio. Non a caso, proprio ieri, durante il question time della Camera dei Deputati, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli è stata chiamata a rispondere proprio sulla situazione del trasporto funiviario italiano, ufficialmente ancora sottoposto alle restrizioni previste per la stagione estiva appena conclusasi. Un problema non da poco questo, perché, come sottolineato in aula dall’onorevole di Italia Viva Silvia Fregolent - promotrice dell’interrogazione di ieri insieme alla collega Giuseppina Occhionero – «l’inverno è completamente diverso, e se le norme resteranno le stesse di quest’estate gli impianti sciistici potrebbero non riaprire affatto», mettendo a rischio «12mila posti di lavoro e la tenuta di un comparto economico oggi fondamentale per il Paese».
Sci alpino, Gruppo Banca Ifis national partner di Cortina 2021
In ballo, insomma, c’è la sopravvivenza di un settore vitale per l’Italia che oggi si ritrova ad avere più dubbi che certezze, a cominciare dagli investimenti da fare, come quello molto costoso sulla neve artificiale. Lo sa bene l’Anef, (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari) che, nel tentativo di sbloccare l’attuale impasse, nei giorni scorsi ha fatto recapitare al Governo un documento unitario contenente proposte sulle nuove linee guida su cui strutturare la riapertura degli impianti sciistici. Documento che però, come ammesso dalla De Micheli, è ancora al vaglio del CTS. Intanto però il tempo corre e le associazioni di categoria, con invidiabile ottimismo, non sono certo restate con le mani in mano, cominciando a lavorare alla ripartenza della stagione invernale. «Noi siamo pronti a ripartire – ha dichiarato Ferruccio Fournier, Presidente di Anef Valle d’Aosta - in questo periodo abbiamo lavorato con l’azienda sanitaria locale e il governo regionale a delle nuove linee guida per riaprire la stagione in tutta sicurezza. Come per esempio – ha proseguito Fournier - quella dello skipass acquistabile on-line, pensato per evitare le code ai botteghini, e quella dei tornelli veloci, mandare gli impianti alla massima velocità per non superare il tempo massimo di 15 minuri, oltre naturalmente alla formazione del personale. So che fare previsioni oggi è difficile, ma siamo ottimisti: il nostro è un atto di fiducia». La stessa fiducia che ha animato le iniziative delle altre associazioni regionali, dal Piemonte al Friuli, dal Trentino al Veneto: «Le nuove linee guida da noi stilate – ci ha fatto sapere l’Anef Friuli – andranno nella direzione della totale sicurezza dell’utente, con particolare attenzione alla sanificazione e alla gestione dei flussi delle persone, attentamente monitorati dal personale degli impianti». In Veneto e in Trentino, poi, sono già stati installati tornelli contact-less e percorsi transennati per accedere alle funivie, che dovrebbero viaggiare all’80% della capienza. Tutto però dipenderà dalle risposte che il Governo darà, si spera, nei prossimi giorni.