Selvaggia Lucarelli twitta sul dottore morto. "Accecata dall'odio per Salvini", l'ira della Cisl Medici Lazio
Il tweet di Selvaggia Lucarelli sulla morte del medico di Ischia Peppe Ascione ha provocato le proteste di molti utenti e la sdegnata reazione del segretario generale della Cisl Medici Lazio, Luciano Cifaldi.
Ascione si era ammalato durante la pandemia di Covid-19 ed era guarito dopo essersi sottoposto a plasmoterapia. Dopo alcuni mesi la situazione è precipitata e il medico è morto nella notte del 30 settembre. “Il medico salvato dal plasma e da De Donno con l’ovazione di Salvini è morto. E della plasmaterapia come cura definitiva e occultata dai poteri forti, non parlano manco lui e Le Iene, grandi promotori”, aveva scritto Selvaggia Lucarelli.
Oggi la replica del segretario generale della Cisl Medici Lazio, Luciano Cifaldi. "Che bisogno aveva la tuttologa pubblicista-giudice di ballo-editorialista-opinionista e chi ne ha magari più ne metta di ironizzare sulla morte del Collega Peppe Ascione, l’anestesista di Napoli morto durante la riabilitazione post Covid? L’unica colpa del dottor Ascione, se colpa vogliamo chiamarla, era quella di avere avuto intorno alla sua malattia l’apprezzamento con un tweet di Matteo Salvini per essere all’epoca 'guarito' con l’uso del plasma arrivato dalla Lombardia".
"Purtroppo così non è stato e mentre la famiglia di Peppe, suo figlio rimasto solo, i colleghi che lo hanno conosciuto ed apprezzato e gli hanno voluto bene, i colleghi ed amici del suo sindacato, la Cisl Medici, continuano a piangere per la sua morte, ecco che l’ennesima superficiale, ingiustificabile manifestazione di odio verso Salvini prende la forma del disprezzo verso una vita che è venuta a mancare. La morte di Peppe viene utilizzata per una polemica che degrada esclusivamente l’autrice di questo comportamento inqualificabile - si legge nella nota - Sarebbe bello leggere pubbliche scuse, ma per quanto ne sappiamo sulla bacchettatrice e fustigatrice delle cose altrui, queste scuse non arriveranno e dovremo magari sorbirci un editorialuccio al vetriolo tanto per tenere la posizione. Vabbè, abbiamo di meglio da fare".