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Si lancia nel vuoto a 11 anni per una sfida sul web

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Un bambino di 11 anni è morto l’altra notte a Napoli lanciandosi nel vuoto dalla sua casa in un quartiere «bene» della città. Figlio di due professionisti, non si esclude che sia stato vittima di un gioco fatale sul web. La polizia ha sequestrato pc e telefono nella disponibilità del ragazzo. Ci sarebbe anche un messaggio ai genitori che orienta le indagini sulla sfida virtuale. La procura ha aperto un’indagine per istigazione al suicidio.

 

 

«Internet è un rifugio per i ragazzi che muoiono dentro. Ma quella vita non vera può trasformarsi in un boomerang, perché soprattutto lì il preadolescente si trova ad affrontare un gruppo che ha i suoi rituali, spesso terribili "giochi" che rendono quella realtà adrenalinica, ma anche un baratro senza ritorno», spiega la psicopedagogista Antonella Elena Rossi». «Quando un ragazzino di 11 anni arriva a suicidarsi, o ha un vissuto familiare talmente disastrato, e in questo caso non sembra essere così, oppure è talmente prigioniero di meccanismi legati alla realtà virtuale che gli hanno fatto perdere il contatto col mondo reale», ha spiegato la psicologa Maria Rita Parsi. «In molti casi - ha aggiunto - il vissuto interiore dei ragazzi è talmente dominato dalla paura che per sconfiggerla si sfida la morte. Il fenomeno della dipendenza da internet purtroppo è dilagante, aggravato ancora di più dal lockdown». 

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