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Così è morto Willy Monteiro Duarte. Pestato perché voleva sedare una rissa

Angela Nicoletti
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Lo hanno massacrato di botte. Calci alla testa, allo stomaco, alla pancia e poi ancora pugni e schiaffi fino a farli esalare l'ultimo respiro. È morto così, a soli 21 anni, Willy Monteiro Duarte, un esile aiuto cuoco residente a Paliano in provincia di Frosinone che, nella notte tra sabato e domenica a Colleferro, è stato assassinato da un gruppo di persone che sono poi fuggite sperando di farla franca. I carabinieri sono riusciti a identificare e arrestare, con l'accusa di omicidio preterintenzionale, quattro giovani tra i 25 e i 28 anni, tutti residenti ad Artena: tra questi anche due fratelli, con la passione per il culturismo e con precedenti penali per rissa. Gli investigatori dell'Arma sono certi che tutti si sono accaniti sul ragazzino con una ferocia inaudita, ingiustificabile, disumana. Willy è morto per essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il dramma, che ha piegato in due oltre che la comunità di Colleferro anche quella di Paliano e di Artena, si è consumato in largo Oberdan, poco dopo le due di ieri mattina.

 

La vittima, insieme a un amico, mentre si dirigeva verso la sua auto, per far ritorno a casa, si è accorta che era scoppiata una lite. Senza avere remore e senza immaginare quello che sarebbe poi accaduto qualche minuto più tardi, Willy Monteiro si è avvicinato per fare da paciere. Parole dette con calma, senza voler inasprire gli animi. Un gesto di altruismo che gli è stato fatale: in una frazione di secondo lui e gli altri intervenuti con le stesse, benevole intenzioni, sono stati a loro volta accerchiati e hanno iniziato a prenderle. I più veloci sono riusciti a fuggire mentre il ragazzo italo-capoverdiano, con il sogno nel cassetto di fare il calciatore, è caduto a terra ed è rimasto per otto lunghi minuti in balìa degli aguzzini che non si sono fermati neanche quando il ragazzino dalla pelle di ebano aveva smesso di gridare «pietà» ed «aiuto».

 

Nonostante gli immediati soccorsi, Willy Monteiro Duarte è morto durante il tragitto verso l'ospedale. Un fatto di cronaca di violenza inaudita che ha profondamente addolorato il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, che per oggi ha proclamato insieme ai sindaci di Paliano ed Artena, il lutto cittadino. «Perdere le parole per me è molto raro, eppure da questa mattina mi rimangono in gola senza riuscire ad arrivare alle labbra. La nostra città e tutto il territorio sono abitati da gente per bene, da lavoratori e studenti; la nostra terra non può accettare la ferocia, la violenza ingiustificata, la sete di morte - scrive in una nota ufficiale - alle 12 tutti dovranno fermarsi almeno per un minuto, abbassare le saracinesche e smettere di lavorare per riflettere. Chiederò ad Avio ed Italcementi di far suonare le rispettive sirene. Ci costituiremo parte civile nel processo, e con gli altri sindaci non lasceremo sola la famiglia, mai. Ai carabinieri abbiamo fornito tutto ciò che potevamo, soprattutto le immagini delle telecamere comunali che avevamo installato di concerto con tutte le forze dell’ordine. È il più grande dolore che provo da quando sono sindaco. Chiederò ogni giorno che giustizia venga fatta, chiederò fino allo sfinimento agli inquirenti di fare chiarezza e proteggere i testimoni: l’omicidio di un ragazzo innocente non può passare come passa uno dolore».

 

Pur essendo di origini sudamericane il ventunenne era nato e cresciuto a Paliano, nel nord della Ciociaria dove la madre Lucia e il padre Armando lavorano in un'azienda agricola. Gente perbene, onesta. Ragazzi educati i figli: Willy il primogenito, poi Milena e l'altra figlia poco più che adolescente. Ex studente dell'Istituto Alberghiero di Fiuggi, Willy lavorava come aiuto cuoco in un ristorante di Artena ed era una delle comparse del corteo storico del Palio di Paliano. Mai un litigio, mai un problema adolescenziale o di scuola. Sempre rispettoso delle regole e del prossimo ha trovato la morte in una sera di fine estate, dopo aver lavorato. Ha consegnato pasti, pizze e servito ai tavoli come solo una persona responsabile può fare senza minimamente immaginare che di lì a qualche ora la sua giovane vita venisse spezzata da mani violente, da calci devastanti e da una rabbia incontrollata. In cinque contro uno. In cinque contro uno scricciolo di uomo che sognava di correre a perdifiato sul campo verde dell'Olimpico indossando la maglia con i colori dell'amore infinito: il giallo e il rosso. 
 

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