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Sbarchi triplicati e immigrazione fuori controllo, il grido delle forze dell'ordine: è un'aggressione continua

Francesca Musacchio
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Aggressioni continue, rivolte e il rischio di contrarre il coronavirus. L’estate delle forze dell’ordine è rovente a causa dei continui sbarchi di migranti sulle nostre coste. Gli operatori di polizia sono allo stremo e arrabbiati. A peggiorare la situazione c’è il covid-19 che spaventa chi lavora a stretto contatto con i clandestini, talvolta anche in condizioni estreme. In alcuni centri di accoglienza ormai al collasso, come Pozzallo, secondo alcune fonti parte dei migranti positivi al virus sarebbero tenuti in tende con recinzioni precarie.  

Dal 1 gennaio ad oggi, da dati del Viminale, sono arrivate 15.198 persone contro le 4.261 del 2019. Il picco si è avuto a luglio con 7.067, il dato più alto degli ultimi tre anni. 

E in tutto questo, le forze dell’ordine devono contrastare un'escalation di violenze da parte degli ospiti nei Centri di accoglienza. L’ultimo episodio è quello di Marsala, dove un agente ha riportato gravi lesioni durante l'inseguimento di 40 tunisini fuggiti dal Cas. In seguito, sono state sequestrate le armi che i rivoltosi hanno usato per aggredire i poliziotti: pezzi di vetro appuntiti e una spranga. 

“Quest'estate stiamo assistendo a una recrudescenza senza precedenti in tutta Italia di fenomeni aggressivi da parte dei migranti nei Centri di identificazione e di rimpatrio - spiega Domenico Pianese, segretario del Coisp - Questo è dovuto sia all'emergenza covid, e quindi alla necessità di sottoporre queste persone che arrivano da Paesi extracomunitari a protocolli sanitari obbligatori, ma anche al fatto che il sistema è al collasso, dal momento che ogni Centro ospita tanti migranti in più rispetto alle sue capacità. Quello che noi delle forze dell'ordine troviamo inconcepibile durante lo svolgimento del nostro lavoro è il fatto che queste rivolte nella maggior parte dei casi vengono premeditate e organizzate confezionando vere e proprie armi per aggredirci. Purtroppo, dunque, quello che riscontriamo è un sistema d'accoglienza che non sta riuscendo a far fronte alle esigenze di sicurezza del Paese e di tutti i cittadini - sottolinea Pianese - La nostra non vuole essere una sterile polemica politica sull'esclusivo malfunzionamento dell'accoglienza, tuttavia non possiamo non tener conto del fatto che i protocolli di intervento non stanno funzionando come dovrebbero. Le donne e gli uomini della Polizia fanno sempre il massimo per garantire la sicurezza del Paese, ma non possono più sopportare questa situazione: già costretti a turni massacranti, a ore di straordinario obbligate e a poche accortezze per la loro incolumità fisica, non possono rischiare persino la vita per arginare una situazione alla quale il governo non sembra voler porre rimedio”.

Il grido di allarme per quello che sono costrette a subire le forze dell’ordine, arriva anche dal Sinafi, Sindacato nazionale finanzieri. "Siamo fortemente preoccupati per le condizioni in cui si trovano ad operare gli appartenenti alle forze di Polizia che operano nella gestione dei migranti che continuano ad arrivare sulle coste italiane, molti dei quali risultati positivi al Covid 19 - dichiara il segretario Eliseo Taverna - L'accoglienza verso i più deboli, seppur rientra in una fondamentale vicinanza e solidarietà tra i popoli, deve avvenire con regole certe e in piena sicurezza, sia per gli operatori, sia per la collettività. Non è possibile scaricare sulle forze di polizia l'onere della gestione dei migranti, peraltro con modalità, regole e strutture che non diano certezze sotto l'aspetto della sicurezza. Per queste ragioni e fortemente sollecitati dai finanzieri che operano in prima linea nella gestione dell'immigrazione, nei giorni scorsi la segreteria nazionale ha scritto ai Prefetti delle province siciliane chiedendo un preciso intervento volto a contenere il fenomeno e ad implementare il livello di sicurezza nei centri di accoglienza”. 

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