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Agro Pontino, la strage dei kiwi ci è già costata 100 milioni di euro

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Massimiliano Gobbi
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La moria dei kiwi in provincia di Latina ha generato una perdita di oltre 100 milioni di euro tra fatturati e indotti, un danno all'economia locale che si attesta tra il 20 e il 30 percento. A lanciare l’allarme è Confagricoltura Latina, tramite il direttore Mauro D'Arcangeli, che in questi giorni è al lavoro per affrontare questa nuova sciagura che sta investendo l'agricoltura pontina.

Uno dei settori fondamentali per l'economia della provincia di Latina, infatti,  rischia di essere piegato e compromesso in maniera irreparabile dall'ennesimo attacco ai danni delle produzioni di kiwi. A rischio centinaia di lavoratori in un settore, che registra 1 milione di giornate lavorative annue su 2 milioni e quattrocento mila dell'intero comparto agricolo.

 

«L'apparato radicale delle piante continua a morire e, al momento, non se ne conosce la ragione - dichiara D'Arcangeli - il danno al momento si attesta tra il 20 e il 30 percento del fatturato, compreso quello indotto, necessario un approccio scientifico al problema prima che sia troppo tardi».

La malattia da tre anni ha oramai intaccato le piantagioni in molte regioni d'Italia, in particolare quelle del Veneto, Piemonte e dell'Emilia Romagna ma ora anche in terra pontina ha causato avvizzimenti della parte aerea della pianta soprattutto in questo periodo estivo, con riduzione della pezzatura dei frutti, marciume del capillizio radicale, morte della pianta. Da quest'anno il problema è cresciuto in maniera molto repentina.

«Un fenomeno che cresce a vista d'occhio - aggiunge il direttore - probabilmente a causa dei cambiamenti climatici. Nel tempo, infatti, assistiamo sempre più frequentemente a precipitazioni abbondanti e concentrate in certi periodi dell'anno, con temperature che nel periodo estivo sfiorano i 40 gradi. Questi effetti atmosferici portano problemi all'apparato radicale della pianta che si sovraccarica e viene meno al suo fabbisogno».

Con la pandemia da Covid-19 il settore agricolo non aveva subito ingenti danni di produzione, ma ora rischia di rallentare incredibilmente. Necessario monitorare costantemente il fenomeno, istituire un fondo di ricerca e salvaguardare la produzione.  Sulla delicata questione è intervenuto ieri il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini che chiede un intervento urgente del ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova.

«Dimensioni preoccupanti del fenomeno. Piante decimate da un malanno che non si riesce a identificare e di conseguenza, a combattere. Ritengo necessario un intervento rapido del ministro affinché si possa trovare una soluzione. Per questo sto predisponendo un'interrogazione urgente da depositare presso la Commissione Agricoltura del Senato».

Nella giornata di lunedì c’è stato anche l’intervento dell’europarlamentare di FdI Nicola Procaccini: «Sto seguendo da vicino la situazione che intendo portare all’attenzione del Commissario europeo all’agricoltura per l’adozione dei necessari provvedimenti, e chiederò di destinare alcuni fondi dei PSR al reimpianto delle coltivazioni distrutte».

 

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