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Tutta Italia tifa per Papillon. L'orso M49 ancora in fuga

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Angela Di Pietro
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Corri Papillon corri. Mentre prosegue la fuga verso la libertà di M49, l'orso bruno «evaso» per la seconda volta dal centro faunistico Casteller di Trento Sud, il fronte istituzionale ingoia imbarazzi e rabbia. Ieri mattina, attraverso un comunicato stampa sovraccarico di emozione, si è dimesso il capo del Corpo Forestale trentino Romano Masè. Dimissioni previste ma non scontate. Il dirigente si è assunto la responsabilità della fuga dell'orso, pur ritenendosi incolpevole. Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha preso atto dell'iniziativa, annunciando di volere incontrare il ministro Costa. Ed ha ripetuto quanto già detto: «M49 è pericoloso e va rinchiuso». Anche se il povero orso non scappa per aggredire gli esseri umani, scappa per vivere libero. La cronaca della giornata di ieri si è dipanata nel chiasso. Mentre l'orso veniva inseguito e monitorato attraverso il radiocollare che indossa, è arrivata la lettera di dimissioni di Masè. Carica di espressioni dette e lasciate intendere. 

 

«A fronte di quanto si è verificato nella notte scorsa - ha detto - con la nuova fuga di M49 e pur consapevole del fatto che la struttura tecnica che rientra nell’ambito delle mie competenze ha messo in campo, con impegno e competenza, ogni azione che poteva essere considerata ragionevolmente necessaria, a fronte anche delle esperienze fin qui messe in campo a livello internazionale, ritengo doverosa da parte mia, anche a loro tutela, un’assunzione di responsabilità connessa al mio ruolo». Il presidente della Provincia ha ricevuto le dimissioni che presumibilmente saranno accettate.

 

Dal primo sopralluogo effettuato ieri dagli ispettori dell’Ispra inviati dal ministro Costa è emerso che probabilmente Papillon ha fatto diversi tentativi prima di riuscire a fuggire dal recinto di Casteller: il punto da cui è fuoriuscito l’orso si trova nella stessa posizione da cui l’animale era fuggito lo scorso anno, scavalcando in quel caso la recinzione, in un punto distante del recinto rispetto alla porzione dove sono i locali tecnici. Questa volta, invece, sono stati divelti o piegati alcuni dei tondini della rete della recinzione (di diametro di 12 mm) dalla quale è poi fuoriuscito. Per operare l’apertura, sono stati rotti diversi punti di saldatura tra i tondini. Analoghi danneggiamenti sono stati rilevati in altri due punti della recinzione, dove sono stati osservati tondini in parte staccati, facendo presumere che l’esemplare abbia tentato di aprire la recinzione in vari punti prima di riuscire a creare l’apertura che ne ha permesso la fuga. La fuga, per quanto riferito dal personale del Servizio Foreste della Provincia Autonoma di Trento, sarebbe avvenuta di notte, per cui non vi sono osservazioni né dirette né in remoto del fatto; solo il mattino successivo si è preso atto dell’ «evasione», dopo aver visto il tracciamento del segnale emesso dal trasmettitore satellitare montato al collo dell’animale.

 

Nel frattempo è intervenuto Massimo Vitturino della Lav spiegando che il centro faunistico di Casteller consta di tre spazi, ognuno dei quali di 50 metri. Un ergastolo per gli orsi, abituati a percorrere venti chilometri al giorno. Ieri, al centro faunistico sono arrivati gli ispettori dell'Ispra per valutare i termini della fuga del povero Papillon. 
 

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