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Rocco Casalino, il renziano Anzaldi va all'attacco: censura Rai gravissima

Carlo Solimene
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«La vicenda del compagno di Rocco Casalino è troppo scivolosa per essere liquidata con la lacunosa ricostruzione del portavoce del premier. E, in più, trovo gravissimo che i Tg Rai abbiano censurato la notizia». A sferrare un attacco durissimo a Casalino non è l’opposizione, ma il deputato di Italia viva Michele Anzaldi. Segnale di come i renziani continuino a vivere un rapporto conflittuale con Palazzo Chigi.

Onorevole Anzaldi, non le è bastata la nota di chiarimento di Casalino?
«Mi auguro che non ci sia nulla di illegale e tutto venga chiarito. Di certo non sono sufficienti le giustificazioni autoprodotte di Casalino. C’è un’indagine dell’antiriciclaggio, è doveroso che la magistratura effettui le dovute verifiche».

Per il Pd gli attacchi a Casalino sono anche frutto di omofobia.
«Se qualcuno ha assunto delle posizioni omofobe va senz’altro condannato. Ma non vorrei che si guardasse il dito per non vedere la luna. Qui non si parla di gossip, ma di un fatto serio segnalato da un’autorità. Noi non speculiamo, ma nemmeno ci limitiamo a prendere per buone le spiegazioni di chi, come il portavoce del premier, ha un grande potere di influenza sui mezzi di comunicazione».

E questo cosa c’entra?
«Guardi ai fatti: Casalino intorno alle 18 di sabato ha diffuso una nota, peraltro come portavoce del presidente del Consiglio e quindi tirando lui in ballo il governo, ma i telegiornali Rai della sera hanno completamente ignorato la vicenda. Tg1, Tg2 e Tg3, nelle edizioni serali di sabato, non hanno dedicato alcuno spazio né alla notizia dell’Antiriciclaggio né alle giustificazioni del portavoce di Conte. Un atteggiamento davvero singolare, visto che oggi (ieri, ndr) la notizia è in prima pagina su tutti i giornali, sebbene principalmente con la versione data da Casalino. Davvero per l’informazione pagata da tutti gli italiani, l’informazione del servizio pubblico, questa vicenda non è stata ritenuta una notizia? Tra morbosità e censura, tra propaganda politica e oscuramento, il giusto mezzo è l’informazione corretta. Purtroppo negli ultimi mesi in Rai l’abbiamo vista di rado».

A cosa si riferisce?
«Ci sono decine di esempi, peraltro quasi tutti diventati esposti o segnalazioni all’Agcom, che poi ha deciso una sanzione senza precedenti alla Rai per violazione del pluralismo. A proposito di affetti e congiunti di esponenti politici, mi limito a segnalare il caso dei genitori di Matteo Renzi. In occasione della decisione dei pm di Firenze di metterli ai domiciliari, arresto peraltro annullato solo pochi giorni dopo dal Tribunale perché la misura è stata ritenuta assolutamente eccessiva per due anziani incensurati, Tg1 e Tg2 decisero addirittura di fare collegamenti in diretta dalla "villetta di Rignano", neanche si trattasse del luogo di un delitto».

Crede che questa Rai sia ancora figlia dell’«era» gialloverde?
«Io mi limito a constatare che l’informazione Rai con questi vertici ha toccato il punto più basso mai raggiunto per squilibri, propaganda, parzialità. Questo episodio ne è l’ennesima conferma».

 

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